TARANTO - Prosegue la protesta degli autotrasportatori dell’indotto ex Ilva che da ieri sono in presidio davanti alla portineria C dello stabilimento siderurgico lamentando i ritardi nei pagamenti delle fatture da parte di Acciaierie d’Italia.
L’iniziativa di mobilitazione avviata da Casartigiani Taranto, supportata dalle associazioni datoriali Aigi e Confapi Taranto, si protrarrà fino a lunedì 8 gennaio, giorno in cui è previsto il confronto tra governo e ArcelorMittal per comprendere se la multinazionale intende partecipare agli investimenti necessari per far fronte alla crisi finanziaria o se si apriranno altri scenari. La protesta verrà comunque sospesa sabato 6 e domenica 7 gennaio e riprenderà alle 7 del mattino seguente.
Proprio in vista dell’incontro dell’8 gennaio, Casartigiani Taranto ha ritenuto di dover inviare al governo un documento in cui riassume le priorità e le esigenze del mondo dell’autotrasporto. «C'è una situazione di insostenibilità - sottolinea una nota dell’associazione - che va ormai chiarita e affrontata, altrimenti una serie di piccole imprese che esprimono diversi posti di lavoro rischieranno di finire gambe all’aria. Motivo per cui gli autotrasportatori tarantini in assemblea, nelle prossime ore, valuteranno un fermo delle attività inerenti il settore, nella speranza che la loro situazione possa ottenere maggiore visibilità e sensibilità presso le istituzioni».
«Nell’ultima seduta di aula alla Camera prima di Capodanno sono intervenuto per ricordare che da Ministro, negli ultimi mesi del mio dicastero, ero presente con il Ministro Giorgetti a una riunione con le rappresentanze sindacali di Ilva nelle quali si sollevò un tema: l’utilizzo della cassa integrazione come strumento per pagare le ferie ai lavoratori e il mancato rispetto delle condizioni per il rilascio della cassa integrazione da parte dell’azienda. Alla luce di questa denuncia, che poteva ravvisare anche profili di carattere penale, ritenni mio dovere avviare gli accertamenti tramite l’Ispettorato nazionale del lavoro». Lo dice il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un video pubblicato sui social di un suo intervento a fine seduta in aula alla Camera la scorsa settimana.
«Nel corso dei mesi che si sono succeduti non si è avuta più notizia di quella ispezione. È cambiato il vertice dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro - aggiunge Orlando - e insieme ad alcuni colleghi ne abbiamo chiesto conto con un’interrogazione al Governo, che non ha avuto alcuna risposta. Se continueremo a non ricevere risposta - conclude l’esponente dem - mi vedrò costretto a fare un esposto alla Procura della Repubblica».