Sabato 06 Settembre 2025 | 21:49

Ex Ilva, la Uilm vota la svolta. Palombella a Taranto: «No all’amministrazione straordinaria»

 
Giacomo Rizzo

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Giacomo Rizzo

Ex Ilva, la Uilm vota la svolta. Palombella a Taranto: «No all’amministrazione straordinaria»

Il sindacato chiede l’intervento di Palazzo Chigi e un cambio di governance: «Un illuso chi spera di risolvere i problemi fermando lo stabilimento»

Sabato 16 Dicembre 2023, 10:18

TARANTO - «Noi siamo contrari all’amministrazione straordinaria e crediamo non sia giusto che il governo continui ad assicurare le risorse, così come ha fatto in questi anni, ad ArcelorMittal. Quello che chiediamo è che ci sia in questo momento il cambio di maggioranza. È il governo che deve dettare le condizioni e veicolare le scelte che bisogna realizzare». Il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, ieri a Taranto per partecipare al consiglio territoriale del sindacato, rivendica la posizione delle sigle metalmeccaniche in vista dell’incontro sindacale del 20 dicembre a Palazzo Chigi e l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia del 22 dicembre. All’attivo, introdotto dal segretario generale della Uilm di Taranto Davide Sperti, hanno partecipato anche il coordinatore della Uil di Taranto Pietro Pallini, il segretario generale della Uil Puglia Gianni Ricci e il nuovo coordinatore Uilm Puglia Alfio Zaurito.

Palombella, l’ex Ilva ha bisogno di una ricapitalizzazione d’emergenza nell’immediato, ma c’è poi un problema di prospettive. Tra il socio privato ArcelorMittal (che ha il 62% delle quote) e il partner privato Invitalia (38%) non c’è ancora un accordo e la fabbrica viene definita al collasso. Quali scenari si prefigurano?

«Mancano pochi giorni alla quarta assemblea dei soci di AdI in cui si deciderà il destino non solo dello stabilimento, ma di Taranto e dell’intera siderurgia italiana. Noi pretendiamo che il governo dia delle risposte. Bisogna definire un piano industriale che non può essere quello presentato da ArcelorMittal o AdI, perché quel piano industriale non ha nessuna possibilità di essere sviluppato. Il governo deve affidarsi a gruppi industriali italiani, che ci sono, che sono disponibili a farlo, purchè non ci sia il condizionamento di ArcelorMittal, che potrebbero sviluppare un piano industriale serio, rendendolo compatibile con le prospettive non solo di mercato ma di salvaguardia dei livelli occupazionali. La priorità in questo momento è fare in modo che lo stabilimento non si spenga»...

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