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Taranto, nasconde videocamera nel bagno delle donne alle Poste: direttore ai domiciliari

Taranto, nasconde videocamera nel bagno delle donne alle Poste: direttore ai domiciliari

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Taranto, nasconde videocamera nel bagno delle donne alle Poste: direttore ai domiciliari

L’indagine delle fiamme gialle: il dispositivo era nascosto nel bagno utilizzato dalle dipendenti. Durante la perquisizione i finanzieri hanno trovato un computer che l’uomo aveva provato a ripulire da 120mila scatti hot

Mercoledì 28 Giugno 2023, 05:02

15:44

TARANTO - È finito agli arresti domiciliari il direttore di un ufficio postale della periferia di Taranto accusato di aver installato una videocamera nel bagno delle colleghe. Sono stati finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria a eseguire nella mattinata di ieri la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Francesco Maccagnano su richiesta del pubblico ministero Mariano Buccoliero. I militari, agli ordini del colonnello Valerio Bovenga, hanno infatti condotto una serie di indagini che hanno permesso di accertare come l’uomo, difeso dall’avvocato Luigi Semeraro, aveva piazzato una telecamera nascosta all’interno dei servizi igienici utilizzati dalle sue dipendenti e poi sistematicamente avrebbe scaricato quelle immagini riportandole su un computer personale. Tutto è cominciato a fine marzo 2022 quando una dipendente aveva utilizzato il bagno riservato alle donne e mentre si apprestava a uscire si era accorta della presenza del dispositivo nascosto in un contenitore: scossa da quella scoperta aveva prelevato la videocamera ritrovando anche un cavo che la collegava a una batteria. Una volta fuori aveva trovato una collega a cui aveva confidato tutto: le due donne osservando quella camera si erano accorte della presenza di una scheda di memoria e così l’hanno inserita nel computer facendo scoperta ancora più inquietante. Tra i diversi video ritrovato sulla memoria ce n’era infatti uno che immortalava il direttore nell’atto di sistemare quella telecamera. Nelle ore successive ne avevano parlato anche con altre colleghe e poi aveva scelto di affrontare il loro superiore. L’uomo aveva provato a fornire una sua versione dei fatti sostenendo di aver trovato quella telecamera in precedenza e di averla riposizionata per provare a individuare il reale autore di quell’azione.

Una tesi che non aveva affatto convinto le donne a cui il direttore aveva comunque garantito di voler chiedere il trasferimento per tutelarsi. La vicenda poi si è trasformata in una denuncia ai finanzieri che coordinati dal pm Buccoliero hanno dato il via alle indagini. A distanza di qualche settimana hanno così effettuato una perquisizione nell’abitazione dell’uomo e sequestrato portatili e telefoni. L’analisi di quei dispositivi hanno fatto emergere che il direttore, evidentemente consapevole dei rischi a cui andava incontro, aveva effettuato una vera e propria «bonifica» del computer. Un’azione che tuttavia non ha fermato gli investigatori che attraverso l’utilizzo di una serie di software hanno recuperato una serie di video e ben 120mila immagini che ritraevano le colleghe mentre utilizzavano i servizi igienici.

Non solo. I finanzieri hanno appurato che l’uomo non aveva cancellato tutte le riprese raccolte tra il 2019 e il 2022: alcune infatti erano state trasferite su un cosiddetto «cloud», spazi virtuali che fungono come una sorta di «magazzini» per la conservazione sicura di file. Il pm buccoliero, una volta ricevuto l’esito di quelle attività, ha chiesto al gip Maccagnano di disporre gli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo: il giudice ha confermato quella richiesta spiegando che sospenderlo dalla funzione non era sufficiente visto che l’uomo avrebbe potuto compiere la stessa pratica anche in locali pubblici o nei camerini dei negozi. Ieri mattina, quindi, per lui sono scattate le manette nella sua abitazione. Nei prossimi giorni, accompagnato dall’avvocato Semeraro, l’uomo dovrà comparire dinanzi al gip Maccagnano per l’interrogatorio di garanzia.

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