TARANTO - «La politica deve porre un freno all’inquinamento atmosferico, soprattutto per la presenza a Taranto di un polo industriale significativo che crea problemi non solo a livello polmonare, ma anche ematologico. Ai tarantini dico che ai primi sintomi devono rivolgersi al medico, non per ottenere una terapia tappabuchi ma per approfondire le cause del malessere». Alfredo Scoditti, responsabile del reparto di Pneumologia della casa di cura «San Camillo» di Taranto, motiva così la necessità di una stretta collaborazione con i medici di medicina generale che «sono i primi ad intervenire. Una loro precoce intuizione può modificare il corso di una vita – precisa - . Noi specialisti veniamo successivamente. In prima linea ci sono loro». Passando in rassegna quei sintomi apparentemente banali cui può capitare di imbattersi, quali tosse e a volte affanno, dispnea, Scoditti sottolinea l’alta incidenza nel tarantino perché «l’aria che respiriamo non è salubre. Stupirà da un verso, ma dall’altro fa comprendere la portata del problema, la presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha sconsigliato l’utilizzo di spray per la terapia inalatoria della broncopneumopatia cronica ostruttiva. Meglio i farmaci a base di polveri secche soprattutto perché inquinano meno».
È stato proprio Scoditti insieme con un giovane collega, Antonio Castagnaro, a organizzare il convegno «Taranto Pneumologica 2023» per coinvolgere gli esperti nazionali sul tema della sanità legata a tutte le patologie polmonari.
«Dovete riconoscere i segnali che il vostro corpo manda - dice ai tarantini -. La tosse in un soggetto fumatore associata all’affanno o a rantoli deve essere il campanello d’allarme per capire che qualcosa non sta andando nel verso giusto. Dovete impegnarvi a non arrendervi ad una terapia transitoria, ma dovete chiedere aiuto ai medici di medicina generale perché vi diano le indicazioni opportune. Dove andare, a chi chiedere, che esami eseguire». Proprio lui sette anni fa ha promosso l’istituzione del reparto di “Pneumologia” senza sapere che, di lì a pochi anni le patologie polmonari sarebbero state al centro di una pandemia che ha messo tutti alla prova. «Tra l’altro – incalza – non vi è solo la broncopneumopatia cronica ostruttiva . Nella lunga lista si annoverano la fibrosi polmonare che è invalidante e progressiva, ma anche l’asma e le patologie neoplastiche, solo per citarne alcune. Serve prevenzione».
«La prevenzione e gli screening salvavita sono il dovere che dobbiamo dimostrare di rispettare verso chi verrà dopo di noi. Che futuro lasciamo in eredità a figli e nipoti se siamo i primi a non prestare la dovuta attenzione verso quei controlli che possono diminuire l’incidenza tumorale nella nostra terra? E poi – conclude – se proprio non possiamo fare a meno di fumare, insisto sul riconoscimento di sintomi apparentemente innocui. Da questi passa la qualità della nostra vita. Non accontentiamoci di una terapia momentanea, ma chiediamo di eseguire la spirometria. Quell’esame può essere fondamentale per una diagnosi precoce di malattia respiratoria cronica».