TARANTO - Tassa sui rifiuti, si va verso un lieve aumento. Ulteriori indiscrezioni, rimbalzate ieri mattina tra una commissione consiliare e l’altra, confermerebbero quanto già ipotizzato nei giorni scorsi dalla Gazzetta. In particolare, l’incremento oscillerebbe tra l’1,8 e il 2 per cento. Ad esempio, se questi incrementi venissero poi confermati dal voto del Consiglio comunale di Taranto, una famiglia composta da quattro persone e che vive in un appartamento di 100 metri quadri passerebbe da 493,68 euro versate nel 2022 a 503,33 euro che pagherebbe quest’anno. Si tratterebbe, in termini assoluti, di 9,65 euro in più e in percentuale dell’1,92 per cento in più rispetto a 12 mesi fa.
E così, nei giorni in cui la commissione consiliare Bilancio sta esaminando il Documento unico alla programmazione (Dup) e la giunta sta per adottare il bilancio di previsione che poi passerà all’esame del Consiglio comunale, non si può assolutamente scartare l’ipotesi che le tariffe vengano aumentate ancora. Magari di un 1,8 - 2 per cento in media tra le varie tipologie di utenze. La possibilità, così come già evidenziato su queste pagine, nasce dalla (ri)lettuira della validazione da parte dell’Ager, l’agenzia regionale sui rifiuti, del piano economico finanziario presentato lo scorso anno e approvato durante la gestione del commissario straordinario del Comune di Taranto. Ora, del resto, la legge è cambiata nuovamente e prevede che le stime dei costi vengano fatte in maniera biennale (2022 - 2023 e poi 2024 - 2025). Per quel che riguarda Taranto, già la comunicazione relativa all’anno in corso fa registrare un aumento dei costi del servizio che passa così da 44 milioni 809mila euro dell’anno precedente a quota 45 milioni 443mila euro.
Ora, come è noto, la legge istitutiva della Tari (la tassa sui rifiuti) prevede che i proventi versati dai cittadini - contribuenti coprano al 100 per cento il costo del servizio. Per questa ragione, dunque, bisognerà cercare di evitare possibili aumenti o di contenerli ulteriormente magari «giocando» con la formulazione e la definizione delle tariffe spalmandole differentemente tra le diverse tipologie in modo da non rendere l’eventuale incremento tariffario omogeneo. Oppure si potrebbe anche lasciare le tariffe invariate, ovvero decidere di non votarne di nuove così come già accaduto, nel recente passato a Taranto, ma questo potrebbe creare nel breve - medio periodo degli squilibri. Che i Revisori dei conti, tanto per essere chiari, non potrebbero non evidenziare. Le prossime settimane saranno decisive. E, in effetti, bisognerà valutare (e verificare) se in commissione prima e in Consiglio poi la maggioranza dei consiglieri /confrontandosi con il dirigente) riuscirà a trovare il modo di evitare aumenti tariffari che, in realtà, sembrano già (di fatto) stabiliti. Bisogna, per dirla meglio, capire quanti spazi di manovra ci siano per fare altro ovvero per intervenire evitando i rincari.
Intanto, dall’inizio dell’anno, la direzione Tributi del Comune di Taranto ha fatto notificare migliaia di avvisi relativi ad accertamenti per tasse non pagate o pagate parzialmente relativamente sia alla tassa sui rifiuti che all’Imu. In particolare, per quel che riguarda l’imposta sulla casa, gli atti inviati fanno registrare un’evasione pari a complessivi 30 milioni di euro dal 2018 al 2021.