Sabato 06 Settembre 2025 | 18:44

Ex Ilva, finanziamento di 680 milioni: ok al contratto con Invitalia

 
Redazione Taranto

Reporter:

Redazione Taranto

Ex Ilva, finanziamento di 680 milioni: ok al contratto con Invitalia

Approvato ieri dal Cda di Acciaierie. Le risorse serviranno per far risalire la produzione e saldare i debiti con i fornitori energetici

Martedì 14 Febbraio 2023, 14:20

TARANTO - Il consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia, riunitosi sotto la presidenza di Franco Bernabé, ha approvato ieri il contratto di finanziamento con Invitalia. Lo si apprende da fonti vicine al dossier. Si tratta dei 680 milioni che dovrebbero consentire all’ex Ilva di far ripartire la produzione e saldare, almeno in parte, alcune importanti partite debitorie aperte tra costi dell’energia e imprese dell’indotto. Queste ultime non sono pagate da diversi mesi, non hanno ordini di lavoro ed hanno fatto ricorso alla cassa integrazione. Invitalia, società del Mef, è partner di minoranza di AdI dove detiene il 38 per cento della società mentre ArcelorMittal è in maggioranza col 62. Invitalia, avendo già avuto l’ok dal Mef, è pronta ad erogare ad AdI i 680 mln consentendole così di alleviare il suo stato finanziario. Sui 680 milioni, fonti vicine al dossier precisano che non c’è mai stato un problema di tasso di interesse e Invitalia non ha mai preteso alcun interesse.

L’unico dubbio, si osserva, era che che un finanziamento infruttifero fosse compatibile col decreto legge che parla di condizioni di mercato. E a proposito del decreto 2/2023 (misure urgenti per gli impianti strategici tra cui figura anche l’ex Ilva), concluse in commissione Industria del Senato le audizioni (ascoltati presidente e ad di AdI, sindaco di Taranto e presidente della Regione, sindacati, Federacciai, associazioni ambientaliste, Ordine dei medici, Arpa Puglia) e scaduto il termine per presentare emendamenti e ordini del giorno, da oggi, ha dichiarato Salvo Pogliese, senatore di FdI e relatore del dl, «comincerà in commissione l’esame della loro ammissibilità. Cominceremo a votare sui singoli articoli in questa settimana e contiamo anche di concludere il nostro lavoro». Dopo la commissione, il decreto andrà in Aula per il voto, quindi passerà alla Camera per l’approvazione definitiva. La conversione in legge deve avvenire entro il 6 marzo. Punti delicati del dl, rileva Pogliese, rimangono lo scudo penale (avversato dagli ambientalisti, che a Taranto terranno una manifestazione il 25 febbraio, come riferiamo a pagina III), le norme sul sequestro, la destinazione delle risorse e l’introduzione della Valutazione integrata ambientale e sanitaria per verificare la compatibilità tra i livelli produttivi prefissati e la produzione di acciaio.

Bernabè nei giorni scorsi è stato a Taranto, in qualità di presidente della società Dri Italia, per illustrare agli enti locali, alla struttura commissariale della Zes ionica, all’Autorità di sistema portuale, ad Asset e Arpa Puglia il piano di conversione produttiva e decarbonizzazione. L’impianto di preridotto di Taranto sarà strutturato in due moduli da 2-2,5 milioni di tonnellate. Il primo alimenterà i due forni elettrici previsti da Acciaierie d’Italia nell’ambito del piano di riconversione produttiva e decarbonizzazione, il secondo fornirà i produttori privati del Nord Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)