«Ci sono messe che non vorrei mai celebrare». È cominciata con queste parole l’omelia di don Marco Gerardo, parroco del Carmine che ieri ha celebrato i funerali di Federico Musciacchio, il bambino di soli 3 anni ucciso da un’encefalite e intorno al quale nel 2020 i tarantini e tanti pugliesi si erano stretti con una raccolta fondi per l’acquisto di costoso farmaco per combattere la Sma, l’«Atrofia Muscolare Spinale» che gli era stata diagnostica a soli 15 mesi. Centinaia i tarantini che hanno voluto rendere un saluto a Federico e vicinanza alla sua famiglia: la chiesa e anche piazza Giovanni XXIII erano gremite. Don Gerardo ha parlato direttamente al piccolo Federico provando a fare suoi i sentimenti che in queste ore affollano il cuore di molti: «Siamo arrabbiati con Dio – ha detto il sacerdote – è stato sordo alle nostre preghiere e ora resta muto dinanzi alla nostra domanda: “perché”? Dicci qual è il senso? Non lasciarci senza risposta, è insopportabile».
Parole accorate, interrotte da momenti di commozione.
«La vita e il mondo, forse anche Dio – ha continuato il parroco del Carmine - sono stato ingiusti con te, ma tu sei un gigante: la tua vita breve è stata un’enciclopedia di insegnamenti. Tu – ha aggiunto il sacerdote – hai insegnato che la vita non vale per la forza fisica che si possiede o il denaro che si accumula, ma per quanto amore riesce a suscitare. Quanto amore hai suscitato tu in tutti». Un megafono diffondeva la parole del prelato anche all’esterno della chiesa: la folla in un silenzio carico di partecipazione ha ascoltato immobile quelle parole. «A noi che ci lamentiamo per ogni piccolo problema – ha proseguito don Marco – hai insegnato ad affrontare tutto con l’amore e con il sostegno della famiglia».
Nell’omelia non è mancata neppure una stoccata alle case farmaceutiche. La storia di Federico, infatti, si è diffusa quando suo padre Saverio e sua mamma Rossella, hanno lanciato una raccolta fondi per l’acquisto dell’unico farmaco in grado di curare la Sma: lo «Zolgensma». Per il sacerdote «un farmaco che costa 2 milioni di euro è una cosa indegna e chi specula sulla vita degli ammalati, prima o poi dovrà pagare il conto davanti alla storia e agli uomini».
Il parroco, infine, ha voluto dire grazie al piccolo Federico per l’insegnamento trasmesso con la vita: «Ci hai insegnato che essere genitori significa amare incondizionatamente. Non importa se i figli sono sani o malati, se siano o meno quello che vogliamo e che noi sogniamo: sono figli e questo basta per amare. Ma non solo. Federico, ci hai insegnato a essere citta, comunità a costruire insieme. A essere Chiesa: fratelli e sorelle – ha concluso il sacerdote – che si amano nel nome di Gesù e che considerano il figlio di uno come figlio di tutti».