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Taranto, all'ospedale Moscati avviata somministrazione monoclonali su tre pazienti Covid

 
Federica Marangio

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Federica Marangio

Taranto, all'ospedale Moscati avviata somministrazione monoclonali su tre pazienti Covid

I medici D’Alagni e Nico: «Non interverremo più quando l’infezione verrà contratta, ma agiremo preventivamente»

Sabato 09 Aprile 2022, 09:55

TARANTO - Prevenire è meglio che curare. Un adagio senza tempo che sembrava inapplicabile al Covid. E se fino a due anni fa la brutalità dell’infezione da SARS-CoV-2 ha piegato la sanità a livello globale, «oggi è possibile prevenire. Non interverremo più quando l’infezione verrà contratta, ma agiremo preventivamente». Lo dichiarano con orgoglio e gioia per un traguardo che li rende una struttura di riferimento nella Provincia di Taranto, tra le prime in Puglia per la prontezza della somministrazione, i dottori Giancarlo D’Alagni e Andrea Nico, rispettivamente direttore del reparto di Pneumologia dell’Ospedale Moscati e responsabile dell’ambulatorio di Immunologia Covid.

Ieri è stata inaugurata la somministrazione di nuovi farmaci monoclonali a tre pazienti non più come nel recente passato per curare l’infezione. «Questo trattamento è fondamentale anche per l’arco temporale di protezione dall’infezione che è di sei mesi, pur non dimenticando le continue mutazioni del virus. Ad oggi – ha precisato il direttore D’Alagni – nell’ambulatorio di immunologia Covid vi sono stati oltre 500 accessi, ma da ieri il trattamento a base di anticorpi monoclonali con un tempo di efficacia del farmaco prolungata, abbatterebbe ulteriormente la percentuale di occupazione dei reparti di semi intensiva e intensiva». La tipologia di pazienti che ha affollato questi due tipi di reparto negli ultimi mesi è composta da no vax per scelta e da pazienti che nonostante si fossero sottoposti alla terapia vaccinica, per motivi legati al loro sistema immunitario, non sono stati in grado di sviluppare una risposta immunitaria che li proteggesse dall’infezione. In cosa consiste questo trattamento all’avanguardia? «Sono due somministrazioni intramuscolari – ha risposto il dottor Nico – che richiedono un’osservazione successiva in un ambiente idoneo alla gestione delle eventuali reazioni. La fascia d’età dei primi tre va dai 50 ai 60 anni e ieri non si sono registrate reazioni avverse. I monoclonali a scopo preventivo rappresentano un baluardo della difesa che nel tempo progredirà in ambito farmacologico».

In quanto i pazienti non sono positivi al Covid, i medici che somministrano il trattamento all’interno dell’ambulatorio di Immunologia Covid del Moscati, non necessitano di indossare quelle opprimenti tute che complicano anche la respirazione. «L’utilizzo di questi farmaci in profilassi – ha evidenziato D’Alagni – è rivoluzionario. L’azienda nella persona del direttore generale Vito Gregorio Colacicco ha intercettato immediatamente le direttive sia regionali sia ministeriali e si è attivata per organizzare un percorso che consente la somministrazione di un farmaco estremamente promettente». A chi è destinato? «Ai pazienti oncologici, ematologici, trapiantati o con l’AIDS o che hanno importanti patologie che inducono una immunodepressione o le cui malattie sono in fase attiva. Sono eleggibili tutti i pazienti con fragilità severe, tali da non garantire l’immunità e quindi la protezione dall’infezione con la sola somministrazione del vaccino». «L’opportunità che viene offerta da questo nuovo presidio farmacologico – hanno concluso i dottori D’Alagni e Nico – che probabilmente è l’antesignano di una serie che seguirà con le opportune modifiche posologiche, ci garantirà di essere più ottimisti a breve termine per poter riattivare quei servizi che al momento sono sacrificati per patologie svincolate dal Covid».

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