Sabato 06 Settembre 2025 | 15:32

Ex Ilva: incontro su procedura Cigs, l'azienda apre a trattativa

 
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Ilva, nel piano Mittal Marcegagliaspuntano oltre 2400 esuberi

I referenti dell’azienda hanno presentato un documento in cui non sono indicati i numeri sul totale del personale coinvolto e sulla media settimanale dei lavoratori da sottoporre a sospensione

Venerdì 25 Marzo 2022, 15:36

20:14

TARANTO -  È in corso al ministero del Lavoro il secondo incontro tra Acciaierie d’Italia, sindacati metalmeccanici e rappresentanti delle regioni interessate per l'esame congiunto sulla cassa integrazione straordinaria chiesta per circa 3mila lavoratori in tutti i siti del gruppo, di cui 2500 a Taranto, per 12 mesi a partire dal 28 marzo. Si tratta di una riunione di tipo tecnico a cui non partecipano i vertici aziendali, ma da fonti vicine ad Acciaierie d’Italia si apprende di un’apertura da parte della società a trattare sulla gestione dell’ammortizzatore sociale.

I referenti dell’azienda hanno presentato un documento in cui non sono indicati i numeri sul totale del personale coinvolto e sulla media settimanale dei lavoratori da sottoporre a sospensione. L’azienda prevede «l'attivazione, nel corso del periodo di utilizzo della cassa integrazione, di processi di formazione, per il personale coinvolto nel processo di riorganizzazione, al fine di continuare nel consolidato percorso aziendale dl formazione utile a rafforzare e aggiornare le professionalità per rispondere alle evoluzioni tecnologiche». L'azienda «si impegna - è detto nel documento - a condividere con le organizzazioni sindacali, nel corso di successivi incontri, gli obiettivi, le modalità e le tempistiche dei percorsi formativi» e a «verificare la possibilità di realizzare le sospensioni dal lavoro con modalità di rotazione». Si fa presente l’impossibilità di utilizzare lo strumento del contratto di solidarietà ed emerge inoltre l’impegno delle parti a «incontrarsi periodicamente, con cadenza trimestrale, al fine di verificare lo stato di avanzamento del piano dl risanamento aziendale, sia per quanto riguarda le azioni intraprese, sia in riferimento all’auspicabile recupero occupazionale del personale attualmente esuberante». 

I SINDACATI - «I lavoratori dell’ex Ilva vengono trattati come i saldi di fine stagione. Si sta affrontando il tema cruciale del futuro di 5 mila lavoratori con un atteggiamento ingiustificabile sia da parte del Ministero del Lavoro che dell’azienda. Il ministero sta consentendo la prosecuzione dell’esame congiunto sulla cassa integrazione straordinaria per tremila lavoratori, aggiornando l’incontro a lunedì mattina, contraddicendo clamorosamente il Presidente del Consiglio Draghi che solamente pochi giorni fa aveva rappresentato l’ex Ilva come parte essenziale per il futuro della siderurgia nazionale per superare la grave emergenza causata dalla guerra in Ucraina». Così Guglielmo Gambardella, coordinatore Uilm Nazionale del settore secondo cui «con quale faccia si può chiedere contemporaneamente un aumento della produzione a 6 milioni di tonnellate e 3 mila esuberi? Per la Uilm rimane valido solamente l’unico accordo sottoscritto dal sindacato, quello del 2018 e approvato dai lavoratori che prevede l’organico attuale di 8.200 lavoratori a Taranto e 10.700 in tutto il Gruppo, con l’obiettivo produttivo di 6 milioni di tonnellate. Non solo, man mano che si verificherà la risalita produttiva sarà necessario riportare tutti a lavoro».
«Dall’azienda - aggiunge - non abbiamo ricevuto nessuna certezza in nessuna direzione, nè sugli investimenti per la decarbonizzazione nè sulla reale assenza di esuberi strutturali, sulla prospettiva occupazionale dei lavoratori e sui volumi produttivi della verticalizzazione a partire dai tubifici. La Uilm - conclude - prende atto che l’azienda non ha ritirato la procedura di cigs e che il Ministero del Lavoro non l’abbia richiesto, prefigurando di fatto il licenziamento dei 1.700 lavoratori in Ilva AS a cui si aggiungerebbero altri 3mila lavoratori. Noi non saremo mai complici».

«La Fiom ha riaffermato la necessità di ridurre il numero dei lavoratori da collocare in cassa integrazione, di avviare una verifica stringente in sede Ministeriale in merito agli andamenti produttivi e alla trasparenza della gestione aziendale, oltre al riconoscimento di un’integrazione salariale aggiuntiva ai massimali di Cigs». Così la Fiom Cgil di Taranto commenta l’incontro al Ministero del Lavoro per l’esame congiunto della cassa integrazione straordinaria chiesta da Acciaierie d’Italia. Le premesse per proseguire la trattativa «sono state chiaramente esplicitate - si aggiunge - dalla Fiom Cgil, a partire dalla clausola di salvaguardia occupazionale dei lavoratori di Ilva in As previsto all’interno dell’accordo del 6 settembre 2018, e zero esuberi al termine dell’utilizzo della cassa integrazione straordinaria avviata da Acciaierie d’Italia lo scorso 1 marzo». In merito «all’avanzamento della trattativa - conclude la Fiom - è emersa la necessità di un coinvolgimento del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico al fine di verificare alcuni aspetti tecnici di carattere gestionale ed economico inerente all’ammortizzatore sociale».

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