TARANTO - È iniziata la trattativa sul futuro dell’ex Ilva dopo la firma del contratto tra Invitalia ArcelorMittalche segna l’ingresso dello Stato nella società dell’acciaio, con il primo incontro – svoltosi ieri mattina in videocall - dopo la firma dell’accordo tra i sindacati metalmeccanici, ArcelorMittal Italia, Invitalia, una rappresentanza del Governo con i ministri Patuanelli (Mise), Gualtieri (Mef) e Catalfo (Lavoro), l’ad di ArcelorMittal Italia, Morselli, l’ad di Invitalia, Arcuri e i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria Ardito, Lupo e Danovi.
L’incontro è stato aperto da una introduzione del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, il quale ha illustrato brevemente il piano in base all'accordo tra Am Investco Italia e Invitalia del 10 dicembre e ha ribadito importanza dell’avvio della trattativa sindacale. È poi intervenuto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che si è detto a disposizione come Governo per l'integrazione salariale ai 1600 lavoratori di Ilva in As in cassaintegrazione a zero ore, evidenziando la necessità di dialogo e confronto con la parte sindacale mentre i ministri per il Lavoro, Nunzia Catalfo, e Del Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, si sono associati agli interventi di Patuanelli e Gualtieri. A Taranto, ha detto Arcuri, si farà un impianto europeo di acciaio “verde” (forno elettrico e dri, cioè preridotto) e «l’Italia - ha aggiunto - vuole essere leader di produzione di acciaio verde». L’ad di Invitalia ha poi detto che «l’accordo sottoscritto il 10 scorso è condizionato dall'autorizzazione Antitrust e attendiamo questa autorizzazione che dovrebbe essere ottenuta senza particolari difficoltà. Inizialmente - ha proseguito - Invitalia acquisisce il 38% delle quote ma acquisisce il diritto di voto del 50%. Tra maggio e giugno 2022, al dissequestro dell’impianto, con accordo sindacale e l’approvazione del piano ambientale, Invitalia verserà 680 mln e Am Investco 70 mln e Invitalia avrà il 60% del capitale». «La governance sarà quindi condivisa» ha ribadito Arcuri.
Circa poi il piano industriale, il numero uno di Invitalia ha delineato la road map che attende ArcelorMittal nel nuovo assetto pubblico-privato: aumento della produzione con livelli minimi annuali per arrivare a regime di piano, nel 2025, a 8 milioni di tonnellate di acciaio. Il prossimo anno ci sarà una produzione di 5 milioni di tonnellate, il 2022 e 2023 si andrà a 6 milioni, nel 2024 a 7 milioni per poi toccare nel 2025 gli 8 milioni di piano. Un terzo della produzione a regime verrà da forno elettrico, ha detto Arcuri, ed ha aggiunto: «Alla fine è prevista la piena occupazione». Ci saranno, ha spiegato ancora l’ad di Invitalia, 3,1 miliardi investimenti, 900 mln sul preridotto, investimenti produttivi per 1,3 mld, ambientali per 400 mln, altri 260 mln altri sul preridotto e altri 350 mln ambientali. Ci sarà la «sostanziale riduzione delle emissioni», ha infine assicurato Arcuri.