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Taranto, Dossier Ilva: Conte rassicura tutti, «Soluzione vicina»

 
mimmo mazza

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mimmo mazza

Via libera da Bruxelles ai progetti sull’idrogeno

Venerdì 17 Luglio 2020, 12:13

Taranto - Il premier Giuseppe Conte è fermo e rassicurante allo stesso tempo: «Stiamo per chiudere il dossier dell’Ilva di Taranto». Il post, apparso ieri pomeriggio sulla pagina Facebook del presidente del Consiglio giunge nel bel mezzo delle polemiche generate dalla svolta green annunciata dal ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, con tanto di apertura all’utilizzo dell’idrogeno per procedere alla agognata decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto. L’apertura di Patuanelli ha scatenato le organizzazioni sindacali che ovviamente temono le conseguenze occupazionali dovute alla chiusura dell’area a caldo e reclamano, non senza ragioni, un coinvolgimento nelle scelte che il Governo sta compiendo, d’intesa con Bruxelles.

La Commissione europea guarda con attenzione a Taranto e alla produzione italiana dell’acciaio. «Non ho dettagli che suggeriscano» che un passaggio dell’Ilva alla produzione dell’idrogeno sarebbero ostacolati dall’antitrust Ue ha detto ieri la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager rispondendo a una domanda sull'eventuale riconversione dell’Ilva. «Ilva è stata venduta, e certamente può essere rivenduta. La strategia dell’idrogeno che abbiamo presentato qui la scorsa settimana è molto importante per noi, e può attrarre molti investimenti, ma per questa precisa situazione non ho dettagli che ci sarebbe uno specifico problema della concorrenza», ha aggiunto la Vestager, sgombrando così il campo dai dubbi sollevati da chi paventava il rischio di una procedura di infrazione per «aiuti di Stato» in caso di nazionalizzazione, parziale o totale dell’ex Ilva, proprio allo scopo di darle un futuro green.

«Sono in corso tutte le interlocuzioni necessarie affinchè la transizione ad idrogeno dello stabilimento siderurgico di Taranto sia obiettivo concreto e fattibile» aggiunge il senatore tarantino Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. «Il Governo con le sue declinazioni politiche, istituzionali e tecniche, ha un dialogo costantemente aperto con l’Europa. I segnali che stiamo avendo in questi ultimi giorni sono positivi - dice Turco - e ci spingono a credere che una riprogrammazione green dell’ex Ilva, con chiusura dell’area a caldo, sia realmente possibile». «Stiamo già lavorando da tempo sui possibili progetti da presentare alla Commissione Europea - spiega Turco - in vista delle prossime scadenza, che permetteranno di sostenere con più forza il processo di riconversione economica già avviato con il Cantiere Taranto. Mi pare quindi che sul piano della futura sostenibilità ambientale dello stabilimento, il percorso di riconversione industriale si stia definendo».

Se i progetti futuribili fanno sognare e anche discutere, in fabbrica va sempre peggio. ArcelorMittal ieri ha comunicato alle organizzazioni sindacali la fermata del treno nastri 2 dello stabilimento siderurgico, che occupa circa 200 lavoratori, per riorganizzare la programmazione degli ordini previsti per il reparto. Ne danno notizia Fim, Fiom e Uilm che denunciano «i continui slogan propagandistici da parte del ministero dello sviluppo economico» e «una trattativa segreta tra Governo e la multinazionale che continua con la sua opera di disgregazione sociale nel rapporto con i lavoratori e le istituzioni locali». E sempre ieri i sindacati hanno denunciato allo Spesal Asl che i dipendenti della fabbrica di Taranto «sono costretti ad usare tute non pulite e soprattutto non in condizioni adeguate secondo quanto previsto dal fornitore» e questo «in un periodo in cui, per questioni legate al microclima, la necessità di utilizzo di tute pulite aumenta».

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