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Ex Ilva, Turco: «In Milleproroghe 19 mln per integrazione cigs». Usb: «Servite nostre iniziative»

 
Redazione online

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Ex Ilva, sindacati: anomalie su assunzioni e esuberi

Lo sottolinea il coordinatore provinciale Usb di Taranto, Francesco Rizzo, in merito allo sblocco dei fondi destinati all’integrazione salariale del 10% per i lavoratori dello stabilimento siderurgico

Martedì 14 Gennaio 2020, 17:54

18:57

TARANTO - «Con un emendamento al decreto Milleproroghe, presentato dal Governo, è stata risolta la questione inerente l’integrazione del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria per i dipendenti del Gruppo Ilva in Amministrazione Straordinaria (Ilva, Sanac e Taranto Energia)». Lo rende noto il senatore tarantino Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Programmazione Economica e agli Investimenti, dopo le preoccupazioni espresse dai sindacati in merito all’integrazione salariale del 10% ai lavoratori dichiarati temporaneamente in esubero da ArcelorMittal e rimasti in capo all’Ilva in As.

«L'integrazione - precisa Turco - è prorogata per l’anno 2020, per un importo di spesa di 19 milioni di euro a valere sul Fondo sociale per Occupazione e Formazione. Sono state così trovate le coperture finanziarie per garantire la continuità del sostegno al reddito, anche ai fini della formazione professionale per la gestione delle bonifiche».

Le istanze di Cassa integrazione straordinaria presentate per le tre aziende del Gruppo per il 2020 «riportano un numero complessivo di lavoratori interessati dal trattamento - spiega il sottosegretario - pari a 2.331, di cui 1.978 dipendenti di Ilva, 341 per Sanac, 12 per Taranto Energia. Dai dati forniti dalla Direzione del personale si prevede, tuttavia, una sospensione media rispettivamente di 1.800, 230 e 10 lavoratori, per un totale di 2.040 unità lavorative. Pertanto, il costo totale dell’intervento per un anno è stimato in 19 milioni di euro». Turco ringrazia infine il ministro Nunzia Catalfo «per aver sostenuto la risoluzione di una questione spinosa». 

«Finalmente sono state trovate le coperture finanziarie atte a garantire il sostegno al reddito dei lavoratori in risposta anche alle innumerevoli sollecitazioni e iniziative messe in campo, non ultima quella relativa al presidio posto in essere il 7 gennaio davanti ai cancelli della raffineria di Taranto Eni». Lo sottolinea il coordinatore provinciale Usb di Taranto, Francesco Rizzo, in merito allo sblocco dei fondi destinati all’integrazione salariale del 10% per i lavoratori dello stabilimento siderurgico rimasti in capo all’Ilva in As, che sono in cassa integrazione straordinaria. Quanto al presidio davanti alla raffineria, Rizzo ringrazia il neo prefetto di Taranto Demetrio Martino «per aver ascoltato le istanze dei lavoratori e per essere intervenuto in prima persona per la risoluzione del problema. Nei prossimi giorni - conclude - saranno rese note le iniziative che Usb intraprenderà per la questione Cantiere Taranto».

GENTILONI: AIUTI ANCHE DA FONDI UE - Il Meccanismo Ue per una transizione giusta «può certamente riguardare l’Ilva, la Puglia e la zona di Taranto è la tipica manifestazione, come il Nord della Macedonia o altre di regioni europee, dove è necessaria la transizione a energie che usano meno intensamente il carbone. Questo non vuol dire che problemi dell’Ilva saranno risolti dal Just transition fund": così il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni risponde a chi gli chiede se i fondi Ue per il Green Deal potranno aiutare anche l’ex Ilva. «Certamente è un piano di grande importanza, ci sono alcuni settori che sono fondamentali in questa transizione, il primo è l’efficienza energetica degli edifici, se ne parla poco, ma due terzi delle risorse necessarie sono da indirizzare alla transizione energetica degli edifici pubblici e privati», ha detto Paolo Gentiloni. «Poi abbiamo i mezzi di trasporto, poi i sistemi di generazione di energia e poi abbiamo le crisi industriali - ha aggiunto il commissario -, però manteniamo l’ampiezza di questa sfida che cambierà nei prossimi 10 anni il modo di consumare, di abitare e il modo di alimentarsi se davvero volgiamo arrivare all’obiettivo della neutralità climatica».
«Dentro questo - ha aggiunto Gentiloni - c'è anche la possibilità di collaborare fra la Commissione europea e lo Stato italiano per contribuire a risolvere alcune gravi crisi industriali che hanno un alto tasso di inquinamento come quella dell’Ilva - ha sottolineato -. Ma io non credo che dobbiamo ridurre a queste crisi la dimensione di questa sfida, perché abbiamo messo in campo risorse per mille miliardi che possono cambiare in un senso ambientale il nostro modo di vivere e consumare in tanti settori oltre a risolvere le crisi in alcune zone più colpite dalla transizione energetica». 

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