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La baby gang
Redazione online
27 Giugno 2019
MANDURIA - La Squadra Mobile di Taranto ha notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'aggressione a un disabile di 53 anni di Manduria a due giovani di 19 e 23 anni, già detenuti nell’ambito dell’inchiesta sulla baby gang che ha violentemente bullizzato Antonio Stano, il 66enne pensionato disabile di Manduria morto il 23 aprile. Il provvedimento restrittivo è stato firmato dal gip su richiesta del procuratore Carlo Capristo e del sostituto procuratore Remo Epifani.
I due maggiorenni rispondono in concorso con due minorenni ai quali ieri era stata notificata (9 misure cautelari complessive, per un maggiorenne e 8 minorenni) una ordinanza di collocamento in comunità, anche loro già detenuti nel carcere minorile Fornelli di Bari per le aggressioni ad Antonio Stano.
La seconda vittima della baby gang è un uomo affetto da insufficienza mentale grave. L’1 aprile scorso, in ore notturne, fu attirato all’esterno della sua abitazione. Per «puro passatempo» i bulli lo colpirono violentemente con calci e pugni, fino a provocargli l’avulsione dei denti incisivi. L'episodio, emerso dalla disamina di un ulteriore video trovato nel telefono di uno degli indagati (che ha ripreso l’intera scena), è stato ricostruito attraverso l’analisi di tabulati prima e di rilievi (analisi morfologica) del Servizio di Polizia Scientifica.
LA DIOCESI: PER NOI IMPOSSIBILE INTERVENIRE - «Gli indagati, benché minori, sarebbero però vicini alla maggiore età. Poiché la frequenza degli ambienti formativi parrocchiali è sempre e soltanto su base volontaria - e giammai obbligatoria - e tenuto conto che gli indagati (almeno per quelli di cui si conosce l’identità) già da qualche anno non frequentavano più abitualmente la parrocchia né partecipavano alle attività formative e aggregative proposte dalla stessa, era dunque pressoché impossibile intervenire sugli stessi». Lo afferma la Diocesi di Oria replicando alle dichiarazioni rilasciate ieri dal procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell’inchiesta che ha portato all’arresto di un maggiorenne e otto minorenni nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Antonio Stano e sull'aggressione a un altro disabile di Manduria.
Il procuratore aveva manifestato perplessità sul fatto che la parrocchia non fosse in qualche modo intervenuta nei confronti dei minori accusati delle aggressioni a Stano che avrebbero frequentato la stessa struttura religiosa. «I fatti contestati agli indagati - aggiunge la Diocesi - sono avvenuti nell’arco temporale che va dal 3 marzo all’1 aprile in ore notturne, orario in cui nella parrocchia non vi è più nessuno, considerato che le attività comunitarie sono già terminate e che il parroco risiede altrove». La Diocesi osserva ancora «che richieste di intervento alle istituzioni preposte alla tutela dei cittadini sono state fatte più volte nel corso del tempo sia dai vicini del compianto Stano che da operatori della parrocchia. In ultimo, nei primi giorni dello scorso aprile, anche su indicazione di un funzionario di Polizia, i vicini di Stano e il parroco hanno provveduto a inoltrare formale segnalazione per un intervento che tutelasse il compianto Antonio Cosimo».
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