Il tribunale del riesame ha accolto il ricorso degli avvocati Michele Laforgia e Mauro Petrarulo e annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’imprenditrice Rosalba Lonoce, finita agli arresti domiciliari lo scorso 14 marzo nell’ambito dell’inchiesta anti-corruzione denominata «T-Rex».
La revoca della misura è stata decisa dai giudici Alessandro De Tomasi, Vladimiro Gloria e Sara Gabellone che invece hanno respinto la richiesta di dissequestro di un telefono cellulare e due personal computer avanzata dall’ex presidente dell’Amiu Federico Cangialosi, difeso dall’avvocato Claudio Petrone. La Lonoce è indagata per concorso in corruzione assieme al padre Pasquale, finito invece in carcere con l’ex presidente della Provincia Martino Tamburrano, il direttore della discarica di Grottaglie Roberto Venuti e l’ex dirigente provinciale all’Ambiente Lorenzo Natile.
La Lonoce si è da subito professata totalmente estranea ai fatti corruttivi contestati. Cangialosi, invece, è accusato di concorso in turbativa d’asta riguardo al ruolo di presidente di commissione svolto a Sava in occasione della gara d’appalto indetta da quel Comune per il servizio rifiuti.
Stessa accusa è rivolta al direttore tecnico dell’Amiu Mimmo Natuzzi, difeso dall’avvocato Egidio Albanese, componente della stessa commissione di gara, per il quale lo stesso tribunale del riesame nei giorni scorsi ha dato semaforo rosso alla revoca degli arresti domiciliari. Secondo l’accusa della procura, Natuzzi e Cangialosi avrebbero concordato con l’ex presidente Tamburrano l’esito della gara d’appalto da quasi 3 milioni di euro per il «servizio integrato di igiene urbana ed ambientale del Comune di Sava» favorendo la Universal Service, una società di fatto amministrata da Lonoce. L’accusa principale rivolta a Tamburrano, è di aver ricevuto tangenti per oltre 500mila euro da Lonoce in cambio dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica Torre Caprarica di Grottaglie gestita dalla società Linea Ambiente.