Lunedì 15 Dicembre 2025 | 15:29

Tutta la verità sul Bari. E ora c'è solo una strada: intervenire sul mercato

Tutta la verità sul Bari. E ora c'è solo una strada: intervenire sul mercato

 
antonello raimondo

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antonello raimondo

Tutta la verità sul Bari. E ora c'è solo una strada: intervenire sul mercato

Nella foto Partipilo e Dorval

Due partite all’orizzonte per chiudere il 2025, entrambe al «San Nicola» contro Catanzaro ed Avellino. Poi deve esserci la svolta

Lunedì 15 Dicembre 2025, 12:21

12:32

Non ci sono più dubbi. E margini di crescita. Il Bari è questo, punto. Sedici giornate sono un campione sufficientemente credibile per non credere che i valori siano ormai definiti. Non c’è più da aspettare. Nulla può cambiare. Due partite all’orizzonte per chiudere il 2025, entrambe al «San Nicola» contro Catanzaro ed Avellino, e poi con la testa bassa in un mercato che può e deve rappresentare un punto di svolta. Con una certezza: a questo Bari non servono ritocchi ma, con ogni probabilità, un’altra mezza rivoluzione visto che quella estiva si sta rivelando un flop di proporzioni enormi.

Cosa serve al Bari? Un po’ tutto, inutile girarci attorno. Un’anima di squadra, innanzitutto. Materia che, di solito, è di competenza dell’allenatore. Ha fallito Caserta, fino all’esonero, e ora sarebbe un errore credere che Vivarini possa incidere più di tanto. Nel calcio non si fanno miracoli, Certo, ci sono allenatori in grado di incidere più di altri. Ma per scavare le differenze servono gli strumenti giusti. Alla voce qualità dei calciatori. A loro puoi dare mentalità e principi di gioco. Più difficilmente carattere e personalità. La rosa biancorossa, in estate, sembrava aver alzato il livello sul piano tecnico. Alla resa dei conti, però, ci si è ritrovati con un gruppo male assortito. Assolutamente inadeguato nell’interpretazione della fase di non possesso, un vero e proprio disastro. E imbarazzante nelle letture e nei duelli difensivi. Il trentaquattrenne Pucino, da sempre un tipo affidabile, è nettamente l’uomo più affidabile. Lui che si è salvato dall’epurazione estiva pur essendo comunque inserito nella lista dei partenti. Ebbene sì, oggi pensare di fare a meno di lui è follia. Perché sarebbe folle rinunciare al suo impatto emotivo in una squadra completamente piatta, di un fragile pazzesco e piena zeppa di calciatori che, a volte, sembrano quasi giocare a nascondino. Ecco, con una difesa così malmessa è necessario correre ai ripari. Il prima possibile. Con innesti affidabili. Serve gente che mette l’elmetto e va in «battaglia». Qui, invece, succede che addirittura il capitano, Vicari, alzi bandiera bianca in piena difficoltà psicologica. Un piccolo caso che rischia di aprire risvolti di mercato.

Tre partite pareggiate pur gestendo un importante spicchio di partita in superiorità numerica. Dal 42’ a La Spezia, dal 31’ contro il Pescara e minuto numero 25’ al momento del «rosso» per Tronchin del Sudtirol. Zero fase offensiva in Liguria e contro i sudtirolesi. Anche un pizzico di sfortuna al cospetto di un Pescara che ha concesso spazi enormi e usufruito dei classici episodi sfavorevoli (due rigori sbagliati e almeno tre occasioni clamorose sprecate). Ma cosa significa questa tendenza? Certifica la pochezza del Bari. Quando sei dominato dall’avversario si ha poca contezza dei limiti. Diverso, invece, quando la partita ti offre di essere sul ponte di comando. È in quei momenti che serve dimostrare chi sei. In quelle partite devi tirare fuori qualcosa in più perché non basta più un piano gara organizzato sull’avversario. Ecco, ripensando al Bari contro Spezia, Pescara e Sudtirol si ha un quadro chiarissimo della situazione. Allarme rosso, profondissimo. Senza interventi poderosi sul mercato c’è il rischio che dall’affanno si passi alla disperazione. La zona playout è appena un punto sotto. E in campionato mediocre, sì, ma anche terribilmente livellato questo è un problema serissimo. Ti stanno addosso praticamente tutte.

Vivarini non se l’aspettava una situazione così pesante. Ma è animato da grande motivazione e enorme entusiasmo. Sa che c’è da limitare i danni nelle prossime tre-quattro partite e sperare che il mercato gli porti in dote qualche risorsa. Non comprivari, evidentemente. Ma gente da Bari. In rosa ce ne sono pochissimi. La classifica, per fortuna, resta generosa. Sedici punti, un’enormità per quello che (non) s’è visto.

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