CALCIO - È morto a 54 anni Mino Raiola, il famosissimo agente di alcuni dei più grandi campioni del calcio, come Ibrahimovic o Donnarumma. Operato d’urgenza nel mese di gennaio a Milano, negli ultimi mesi le sue condizioni si erano aggravate. L'annuncio è stato dato dalla famiglia.
Nato a Nocera Inferiore il 4 novembre 1967, aveva di fatto rivoluzionato la figura del procuratore, partendo da zero: cresciuto in una famiglia emigrata in Olanda aveva lavorato come cameriere nell’attività del padre, fino all’ingresso nel mondo del calcio, inizialmente come rappresentante all’estero di giocatori olandesi (nel 1993 fece da intermediario nell’affare che portò Bergkamp e Jonk all’Inter).
Mino Raiola: il calcio lo piange
30/04/2019 ore 20:16 - Il mondo del calcio piange Mino Raiola e lo fa soprattutto via social. Club e dirigenti si stringono idealmente attorno ai familiari del procuratore e ne decantano l’abilità nel concludere affari ai più alti livelli calcistici. «Non prendere in giro in Paradiso, loro conoscono la verità... Tvb, Mino». E’ l’affettuoso messaggio, scritto in inglese ("don't take the piss in paradise, they know the truth...") dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli, sul proprio account di Twitter. Gli fa seguito l’ad dell’Inter, ed ex bianconero, Beppe Marotta, che all'Ansa esprime tutto il proprio dolore per la perdita. «Sono affranto e dispiaciuto per la scomparsa di Mino - le parole di Raiola -. E’ stato un amico e un interlocutore nell’attività lavorativa, una persona di qualità ed elevata competenza. Abbiamo vissuto molti momenti positivi insieme, di collaborazione e intenso lavoro, con qualche contrasto, ma sempre corretto, nel rispetto delle persone e delle professionalità».
Marotta ricorda quando Raiola fu artefice della «doppia operazione su Pogba, con il passaggio dal Manchester United alla Juventus e dalla Juventus al Manchester United». «Un grande capolavoro - dice il dirigente del club nerazzurro - in cui Raiola ha avuto un ruolo importante. Il mondo del calcio perde un grande professionista, spesso critico con il sistema, ma la sua critica era molto costruttiva per un calcio sempre migliore».
Anche sull'altra sponda dei Navigli si ricorda Raiola. «Il Milan si stringe attorno alla famiglia e alle persone a lui care nel giorno della sua scomparsa», scrive il club rossonero che, soprattutto in occasione del rinnovo del portiere Donnarumma, poi passato al PSG, si è scontrato con il procuratore.
Chi non dimentica Raiola è Adriano Galliani che, dal sito del Monza, si dice «affettuosamente vicino alla famiglia e piange la scomparsa del caro amico Mino, grande manager calcistico, innovatore nel suo settore e sempre leale nelle trattative. Riposa in pace».
Infine, Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli. Anche lui su Twitter scrive che «la notizia della scomparsa di Mino Raiola addolora me e tutto il Napoli. Le più sentite e sincere condoglianze e la nostra vicinanza alla sua famiglia».
Marco Verratti, centrocampista del PSG, assistito da Raiola, ha postato sul proprio account di Instagram una scritta a caratteri cubitali: «Grande Mino». Alfie Haaland, padre di Erling, l’attaccante norvegese del Borussia Dortmund, ha scritto su Twitter: «R.I.P. The best». Sempre dai social è arrivato il cordoglio del presidente Florentino Perez e del Direttivo del Real Madrid. Anche i vari Justine Kluivert, Irving Lozano, Denzel Dumfries hanno manifestato il proprio cordoglio.
Il ricovero, i fake, la lotta, Mino Raiola e i 4 mesi più duri
30/04/2019 ore 19:36 - «Rispettate la privacy». Lo chiede la famiglia per Mino Raiola, il re Mida del mercato morto oggi, al quale in vita riservatezza, notizie false e notizie vere, fake e smentite avevano sempre fatto da compagne di viaggio. E’ stato così anche negli ultimi quattro mesi del procuratore dei campioni, i più difficili della sua breve esistenza, nella quale aveva condotto tante lotte, prima di quella durissima contro il male che l’ha stroncato a 54 anni, sulla cui natura nessuna conferma ufficiale.
«A chi chiede del mio stato di salute, rispondo: incazzato. Mi hanno dato per morto per la seconda volta in quattro mesi», aveva tuonato via social Raiola, ricoverato in gravi condizioni al San Raffaele, appena giovedì scorso, di fronte alla falsa notizia della sua scomparsa. Un fake arrivato dall’Inghilterra, e divenuto maionese impazzita per tanti media. «Raiola sta combattendo, sono indignato da chi specula sulle sue condizioni», aveva precisato all'Ansa Alberto Zangrillo, primario dell’ospedale milanese, ponendo un argine definitivo.
Ma quel «sta combattendo» era una chiara, ancorchè riservatissima, indicazione di una condizione grave. Il primo segnale, a metà gennaio. «Raiola è stato operato d’urgenza al San Raffaele», il primo allarme - indefinito e incerto - il 12 gennaio. «No, solo controlli di routine previsti da tempo», la replica seccata del suo staff. Quei controlli, senza bollettini medici, durano otto giorni prima del ritorno nella casa di Montecarlo, e nel frattempo l’entourage dell’agente ha di nuovo smentito le voci di terapia intensiva in arrivo dalla Germania. Il silenzio di Raiola, dal primo ricovero, è una conferma indiretta che le condizioni di salute sono più che serie, e non c'è conferma nè smentita alle voci che spaziano da problemi cardiaci a polmonari. Poi, giovedì scorso il nuovo allarme, prima sottotraccia poi in forma di fake. Al San Raffaele arriva in visita Ibrahimovic, mentre Raiola «combatte» la sua ultima battaglia. Persa alla fine, come annunciato dalla famiglia via twitter.
E' Morto Mino Raiola, il «re Mida» del calciomercato
30/04/2019 ore 18:26 - Non era un supereroe, ma il «Super-agent» Mino Raiola, il «Re Mida» del calciomercato. Se la morte a soli 54 anni, annunciata oggi con un post dalla famiglia dopo le voci, le indiscrezioni e perfino le fake news, segna la parola fine al suo impegno, non potrà cancellare il ricordo di chi, dall’inizio del nuovo millennio, ha contribuito a plasmare, nel bene e nel male, l’attuale mondo del pallone. Da cameriere alle prime esperienze nel ristorante del padre, emigrato in Olanda con la famiglia da Nocera Inferiore, e da giocatore delle giovanili dell’Harleem, Raiola ha trovato in fretta la sua strada come intermediario, imparando a districarsi da maestro in un labirinto di contratti e clausole, rapporti e dritte, simpatie e contrasti, forte della padronanza di sette lingue e di un innato senso degli trattativa. Che l’hanno portato ad avere in «portafoglio» campioni come Ibrahimovic e Pogba, trasferiti a suon di milioni - e di commissioni esorbitanti - da un club all’altro.
Spesso nel mirino dei tanti detrattori, ritenuto il simbolo di una mercificazione estrema di un mondo che pure non ha mai brillato per limpidezza, il procuratore italiano è sempre andato avanti per la sua strada, scontrandosi con tanti club e allenatori, ma anche con le federazioni e addirittura la Fifa, mentre con una stretta di mano, una telefonata, una firma, segnava il destino di centinaia di giocatori e di tanti campioni, da Pavel Nedved a Zlatan Ibrahimovic, da Mario Balotelli a Paul Pogba, fino a Gigi Donnarumma ed Erling Haaland, solo per citarne alcuni.
Per tutti, si è sempre vantato di «dare il 100%», cercando di giustificare così anche le commissioni monstre incassate. Secondo Forbes, nel 2020 la sua agenzia aveva portato a casa 75 milioni di euro, pari ad un giro d’affari almeno dieci volte superiore. Cifre che hanno creato invidie e anche dubbi sulla logica che sta dietro al sistema dove agiscono centinaia di altri personaggi. Ma Raiola, insieme con lo spagnolo Jorge Mendes, era sul podio, inamovibile. Tra i tanti aneddoti da riferire, c'è quello raccontato nella sua biografia di Zlatan Ibrahimovic e riguardante il loro primo incontro, quando giocava nell’Ajax. Lo svedese si presentò in Porsche, elegantissimo, e si trovò davanti un «ciccione in jeans e t-shirt». Un tratto caratteristico dell’italiano, lo stile più che casual, che raccontava gli fosse stato suggerito da un suo professore di storia. Di fatto, invece di incantare Ibra con promesse di ingaggi milionari, Raiola lo mise al tappeto mostrandogli le sue statistiche di realizzazione, quasi misere di fonte ai gol segnati da Vieri, Inzaghi e Trezeguet. L’attaccante ne fu colpito e conquistato, si mise sul serio ad allenarsi per crescere e i risultati diedero ragione a entrambi. E proprio l'attuale attaccante del Milan negli ultimi giorni è stato tra i più vicini all’amico, andando anche a trovarlo al San Raffaele dove era ricoverato, ma decine sono già i post e i messaggi di commiato di giocatori e dirigenti che l’hanno conosciuto.
«Ho la fortuna di avere grandi giocatori. Se riesco a farli crescere sono contento, sono loro ad avere talento», rispondeva Raiola a chi gli chiedeva il segreto del suo successo, mentre alle accuse di creare ad arte problemi per favorire i continui trasferimenti dei suoi assistiti, e quindi alzare nuove commissioni, replicava: «Io non creo casini nè chiedo ai miei giocatori di crearli, se c'è casino li porto via». Forte della sua posizione, non ha mai avuto paura di polemizzare con personaggi del calibro di Alex Ferguson e Pep Guardiola. Nel 2015 annunciò di volersi candidare alla presidenza della Fifa, un’istituzione con cui è sempre stato in conflitto e che aveva attaccato anche pochi mesi fa, prima che la malattia cominciasse ad avere il sopravvento. Ora che l’ha avuto definitivamente, la notizia della sua morte fa il giro d’Europa, dalla Spagna all’Inghilterra. Chi ha concluso trattative con lui lo saluta tra dolore e ironia, la famiglia chiede «privacy», la stessa alla quale il mestiere di procuratore lo aveva abituato da vivo.
«E' stato il più straordinario procuratore di sempre - il ricordo della famiglia - E’ stato parte di tanti calciatori e ha scritto un capitolo indelebile nella storia del calcio moderno. Il suo progetto di rendere il mondo del calcio un mondo migliore per i calciatori sarà portato avanti con la stessa passione». Ma senza il suo Re Mida, il calciomercato non sarà più uguale a ieri.
Mino Raiola: cordoglio Inter sui social per scomparsa
30/04/2019 ore 18:16 - «FC Internazionale Milano esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Mino Raiola: a lui e a tutti i suoi cari va il pensiero del Club in questo momento di dolore». Così l’Inter in un post su Twitter omaggia Mino Raiola, il procuratore scomparso oggi a 54 anni.
Mino Raiola: Galliani, caro amico e innovatore del settore
30/04/2019 ore 17:32 - «Adriano Galliani è affettuosamente vicino alla famiglia e piange la scomparsa del caro amico Mino, grande manager calcistico, innovatore nel suo settore e sempre leale nelle trattative. Riposa in pace": lo scrive il Monza sul suo profilo Twitter.
Mino Raiola: Marotta, affranto dalla sua scomparsa
30/04/2019 ore 17:25 - «Sono affranto e dispiaciuto per la scomparsa di Mino Raiola». Lo dice all’ANSA l’ad dell’Inter, Beppe Marotta. «È stato un amico e un interlocutore nell’attività lavorativa - aggiunge - una persona di qualità ed elevata competenza. Abbiamo vissuto molti momenti positivi insieme, di collaborazione e intenso lavoro, con qualche contrasto ma sempre corretto, nel rispetto delle persone e delle professionalità. I ricordi sono tanti, uno su tutti la doppia operazione su Pogba, con il passaggio dal Manchester United alla Juventus e dalla Juventus al Manchester United. Un grande capolavoro in cui Raiola ha avuto un ruolo importante. Il mondo del calcio perde un grande professionista, spesso critico con il sistema ma la sua critica era molto costruttiva per un calcio sempre migliore».
Mino Raiola: Milan, ci stringiamo attorno alla famiglia
30/04/2019 ore 17:22 - «Il Milan si stringe attorno alla famiglia di Mino Raiola e alle persone a lui care nel giorno della sua scomparsa": lo scrive il club rossonero su Twitter.
Mino Raiola, tweet Agnelli: «Non prendere in giro in Paradiso, tvb»
30/04/2019 ore 16:52 - «Non prendere in giro in Paradiso, loro conoscono la verità...tvb Mino». E’ l’affettuoso messaggio, scritto in inglese (don't take the piss in paradise, they know the truth» ) dal presidente della Juventus Andrea Agnelli, suo suo account personale su Twitter.
Calcio, la famiglia: Mino Raiola è morto. Annuncio via twitter sul profilo dell'agente
30/04/2019 ore 16:19 - «Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino, il più straordinario procuratore di sempre». Con queste parole la famiglia Raiola annuncia la morte dell’agente sul suo profilo twitter con un lungo post accompagnato da una foto di Raiola giovane.
«Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze - prosegue il post -, proprio come faceva per difendere i calciatori e ancora una volta di ha resi orgogliosi di lui senza nemmeno rendersene conto. Mino è stato parte di tanti calciatori e ha scritto un capitolo indelebile nella storia del calcio moderno».
«Ci mancherà per sempre - aggiunge la famiglia -, il suo progetto di rendere il mondo del calcio un mondo migliore per i calciatori sarà portato avanti con la stessa passione. Ringraziamo di cuore coloro che ci sono stati vicini e chiediamo a tutti di rispettare la privacy di familiari e amici in questo momento di grande dolore».
— Mino Raiola (@MinoRaiola) April 30, 2022