BARI - Calma piatta. La fase 2 del nuoto barese non vira verso alcun cambiamento. Nessun atleta si è tuffato ieri nella provincia di Bari come nel resto della regione. E non si tufferà chissà ancora per quanto tempo.
Tutti gli impianti restano chiusi. Gli atleti di interesse nazionali solo a Bari sono meno di 20, in tutta la provincia sono circa 40, più o meno la metà di tutta Puglia, ma devono restare fuori dall’acqua al momento. Far ripartire un impianto per un numero così esiguo di atleti costa troppo, senza contare che non c’è ancora chiarezza su come riprendere. Nell’acqua nuota solo la confusione, oltre che amarezza. Alfonso Rossi, presidente della Payton Bari, dovrebbe aprire il suo impianto per 2 atleti di interesse nazionale. Improponibile: «In totale in città sono circa 16 gli atleti che potrebbero allenarsi su 12 impianti - dice Rossi - ma è escluso che si apra per un numero così ridotto. Ci sono troppi costi e rischi. Non ci sono direttive chiare, non ci sono nemmeno prospettive. Diverso sarebbe se ci consentissero di far allenare tutte le categorie. Faccio un esempio: io ho 80 atleti, se mi fosse data l’opportunità di farli allenare tutti potrei anche pensare di riaprire, magari senza l’utilizzo degli spogliatoi».
Tra le donne su Bari l’atleta di punta è Ginevra Masciopinto, tesserata per il Circolo Canottieri Aniene, stessa società di Pellegrini e delle pugliesi Di liddo e Pilato. Anche lei, che quest’anno si è allenata tra l’impianto «I delfini» e quello del Cus, resta a casa. Che prospettiva ha di tornare in acqua? «La stessa che hanno gli altri e cioè zero - commenta il suo allenatore, Michele Giardino - Ginevra sta facendo preparazione a secco con esercizi in casa, tutte cose che in realtà a un nuotare servono ben poco. Speriamo che possa aprire una struttura, ma la realtà è che bisogna lavorare per far ripartire un intero movimento, parliamo di Federica Pellegrini, ma rischiamo di perdere tanti giovanissimi e su questo non so quanto sia alta l’attenzione».
A Bari cancelli chiusi anche alla piscina del San Paolo dove gli atleti di intersse nazionale sono 4-5: «È un numero troppo basso - dice il direttore sportivo dello Sport Club Bari, Domenico Caputo - vediamo cosa accade nei prossimi giorni e nelle prossime settimane». La situazione cambia infatti di ora in ora. Ma nel frattempo resta chiusa anche la piscina di Giovinazzo, l’impianto dove si allena Elena Di Liddo e che ha nella Netium la squadra più forte della Puglia. Gli atleti di interesse nazionale da queste parti sono 16: «Non è chiaro come questi atleti dovrebbero allenarsi e come far accedere agli impianti in sicurezza personale e atleti - dice il direttore sportivo Lorenc Felequi -. Attendiamo di ricevere disposizioni in merito e verificheremo la fattibilità di una riapertura nella consapevolezza però che un impianto non può entrare in funzione per una decina di persone che sono autotizzare ad allenarsi». E allora che si fa? «Potremmo anche farlo - continua Felequi - se ci fosse uno spiraglio, una prospettiva di riapertura per l’attività di base. insomma che ci sia almeno una data. Senza contare che siamo pronti a organizzare gli allenamenti in mare appena ce ne verrà data la possibilità».
Cerca una piscina anche Vittoria Bianco, atleta di interesse nazionale della Finp Puglia, la Federazione di nuoto paralimpico che raccoglie atleti con disabilità fisica e visiva. I vertici della federazione spingono perché possa tornare in acqua, ma dove? «Non ci sono impianti – dice la sua allenatrice Katia Scagliuso che allena Bianco a Putignano nell’impianto del Nadir, società per cui l’atleta è tesserata – e la situazione è confusa. Del resto le gare sono tutte annullate, non è facile tornare in acqua e quindi avviare una programmazione se non si hanno obiettivi su cui lavorare».