Una figura controversa, libera, impossibile da imbrigliare nelle categorie della politica e della cultura. Curzio Malaparte è il protagonista della nuova puntata di «Inimitabili», il programma di Rai Cultura condotto da Edoardo Sylos Labini, in onda stasera alle 21.10 su Rai Storia. Nato Curt Erich Suckert a Prato nel 1898, Malaparte fu testimone e interprete spregiudicato del Novecento. Cresciuto in un ambiente operaio, formatosi al Liceo Cicognini, fu subito attratto dalla letteratura e dai grandi intellettuali del suo tempo, come d’Annunzio e Papini. A soli 16 anni partì volontario per la Prima Guerra Mondiale, esperienza che segnerà per sempre la sua scrittura, a partire dal pamphlet Viva Caporetto! in cui denunciava l’inadeguatezza dei vertici militari italiani.
Attratto inizialmente dal Fascismo come movimento rivoluzionario, Malaparte mantenne sempre una linea indipendente e anticonformista. Direttore de La Stampa nel 1929, fu presto rimosso per le sue idee scomode. In Francia pubblicò Tecnica del colpo di Stato, critica lucida alle strategie del potere totalitario, che gli valse il confino. Testimone diretto della Seconda Guerra Mondiale, l’intellettuale raccontò gli orrori del fronte orientale in Kaputt e la devastazione morale del dopoguerra in La Pelle. Il documentario si arricchisce delle testimonianze di Giordano Bruno Guerri, Maurizio Serra e Giuseppe Pardini, autori delle principali biografie sullo scrittore, che offrono anche documenti inediti. A quasi settant’anni dalla sua morte, Malaparte resta un intellettuale inclassificabile, provocatorio e, appunto, inimitabile.