Sabato 06 Settembre 2025 | 09:26

Vincenzo Salemme: «Nel nuovo film mi diverto a fare il nonno»

 
Maridì Vicedomini

Reporter:

Maridì Vicedomini

Vincenzo Salemme: «Nel nuovo film mi diverto a fare il nonno»

L’attore partenopeo torna nelle sale il 30 novembre insieme a Max Tortora: «Ma non siamo una nuova coppia comica»

Sabato 25 Novembre 2023, 11:18

Nuova mission cinematografica per Vincenzo Salemme quale co-protagonista accanto a Max Tortora nel nuovo film La guerra dei nonni, il nuovo film del regista Gianluca Ansanelli in uscita nella sale cinematografiche italiane il prossimo 30 novembre.

Salemme ci racconti questa nuova esperienza sul set

«Il film di Ansanelli si può definire un progetto “corale” dove si muovono i protagonisti di due famiglie tra loro imparentate che mette in rilievo in primis le figure dei due nonni, la mia, in arte, “Jerry” e quella di Max Tortora nel ruolo di “Tom”».

Nel film lei ha come partner Max Tortora; è nata una nuova coppia della comicità?

«È molto prematuro parlare di questo; al momento posso dire di avere avuto per l’occasione un ottimo “compagno di viaggio”. Nella fattispecie, io e Max siamo nonni perché i nostri figli si sono sposati tra loro ed insieme combiniamo tante marachelle , inventandoci delle storie fasulle per tutelarci a vicenda».

Qualche episodio esilarante durante la lavorazione del film?

«Ricordo con piacere un giorno in cui mentre eravamo sul set scoppiò una ridarella comune che ci coinvolse per più di mezz’ora impedendoci di andare avanti col copione. E che dire poi dell’episodio al Luna Park di Max Tortora che aveva il terrore di andare sulle montagne russe?».

È la prima volta che ha interpretato il ruolo del nonno?

«In realtà no, avendo interpretato nel film di Carlo Vanzina La vita è meravigliosa, un personaggio di non sani principi che alla fine si trasforma in un tenero nonno».

Salemme che tipo di nonno sarebbe nella realtà?

«Con mio grande dispiacere io non ho avuto figli, amo molto i bambini e ne avrei voluti tanti! Come nonno sarei doppiamente papà, pertanto doppiamente affettuoso puntando solo alla felicità dei miei nipoti».

Il ruolo del nonno è dunque diverso da quello di genitore?

«Certamente sì; il genitore ha il compito di educare il figlio sotto tutti i profili, culturale ed umano, pertanto deve necessariamente essere severo su alcuni punti… non funziona la figura del “padre amico”! ; il nonno invece ha solo da dare ai propri nipoti in maniera incondizionata relazionandosi con loro in modo più apprensivo ma più accomodante rispetto ai propri figli».

Lei è un artista a 360 gradi che spazia con disinvoltura dal teatro al set...

«È vero, mi esprimo allo stesso modo con passione ed intensità emotiva sia sul palcoscenico che davanti alla macchina da presa… Probabilmente il teatro mi da più emozione perche c’è un contatto diretto con il pubblico, mio unico interlocutore; non a caso, alla fine di ogni mio spettacolo, mi rivolgo agli spettatori recitando la frase: noi senza di voi non esistiamo».

In teatro lei ha avuto un mentore: Eduardo De Filippo; il suo più prezioso insegnamento?

«Il maestro mi ha esortato a tentare di essere puntualmente semplice sul palcoscenico al fine non stancare mai il pubblico. Ogni spettatore ha un suo ritmo e l’abilità dell’attore e del regista consiste anche nel carpire lo stato umorale del pubblico, che si evince anche da un semplice gesto, quale un colpo di tosse o uno sbadiglio. Personalmente, dopo ogni debutto, cambio continuamente la commedia fino a quando non viene fuori uno spettacolo avvincente per il pubblico».

Cos’è la comicità?

«Un talento naturale che mi insegue fin da bambino».

Qual è il suo mito della comicità?

«Stanlio e Ollio; ogni volta che li guardo sullo schermo avverto grandi emozioni, rido, piango, mi commuovo».

Gli elementi per conquistare il successo?

«Talento, coraggio, tenacia, volontà ma anche un pizzico di fortuna».

Quali sono i suoi pregi?

«La sincerità in primis nel senso che cerco di non apparire mai per quello che non sono ed anche la simpatia, una dote naturale che esterno anche inconsapevolmente fin dalla mia tenera età».

I suoi difetti?

«Ne ho tanti, ma in particolare sono un uomo che sopporta molto ed in silenzio le cose che non vanno, accumulando tanta rabbia dentro di me. All’improvviso poi sono preso da scatti d’ira nei momenti meno opportuni».

Chi è Vincenzo Salemme nel privato?

«Un uomo solitario che ama una vita tranquilla. Mi rilasso alternando lunghe passeggiate all’aperto alle pareti domestiche tra le quali mi soffermo a leggere e a guardare un buon film in Tv».

Cosa si augura per il futuro?

«Che nessun uomo perda la passione, che è il soffio vitale invisibile di ogni azione dell’uomo tanto da renderla unica e speciale. Non c’è vita senza passione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)