Radio, tv, editoria, ora anche teatro: nel curriculum di Alessandro Cattelan sono tante le caselle «spuntate». La sua voce ogni giorno accompagna gli ascoltatori di Radio Deejay, da poco è finita la prima edizione di Stasera c'è Cattelan, late night show di Rai2, genere in cui è un fuoriclasse, con un modo di intervistare peculiare e rassicurante che ha convinto perfino Elly Schlein a mettersi in gioco. E ora il teatro, con lo spettacolo Salutava sempre prodotto da Live Nation, in cui mette in scena il suo funerale tra ironia, canzoni e interazione col pubblico. Una tournée che sta collezionando un sold out dietro l'altro e che fa tappa a Bari il 19 aprile al TeatroTeam (biglietti su livenation.it). «Rispetto alle prime date», racconta alla «Gazzetta», «l’impatto col palco è più sereno. Ora penso meno a ciò che sto facendo e mi godo il momento».
Bari sarà l’ultima tappa, anche se non è la prima volta che passa da queste parti.
«Ho un ricordo indelebile perché ero a Bari con il tour di Trl (programma di Mtv, ndr.) quando l'Italia ha vinto i Mondiali nel 2006. Una serata che non dimenticherò. E ora speriamo di festeggiare l’ultima data con un bel tuffo».
«Stasera c’è Cattelan» è finito da una manciata di giorni. Un bilancio?
«Positivo. È andato molto bene il trend, ci siamo trovati su una rete nuova, in una situazione inedita. Ci abbiamo messo un po' a prendere le misure ed è stato un crescendo. Poi abbiamo messo in campo qualche accorgimento, evidentemente giusto, e il risultato è stato buono».
Da qualche tempo ha fondato Accento, casa editrice indipendente che dà luce a nuove voci della narrativa. Che valore aggiunto sta avendo questa avventura?
«È come imparare una cosa nuova, è la prima volta che mi lancio nell'imprenditoria, con punti di stress diversi da quelli a cui sono abituato. Mi piace l'idea di essere un megafono per chi si affaccia a questo mondo, poi porta tante soddisfazioni dal punto di vista umano. Sta andando bene, sono ottimista».
Tra l'altro ha aperto anche il canale TikTok di Accento: è così attento ai linguaggi dei giovanissimi, c'è qualcosa in cui si sente «impreparato»?
«Non ho simpatia per chi ha paura di sentirsi boomer, bisogna rendersi conto di chi si è, dell'età, o si rischia di essere ridicoli. Mi interessano le piattaforme, ma non uso TikTok per fare i balletti, è un altro modo per comunicare quello che già faccio. Con Accento, ad esempio, vorrei riprendere a recensire, ma non solo i nostri libri. È una cosa che arricchisce e non toglie nulla, anzi può servire a leggere un libro bello in più, senza competizione».
Ha mai pensato di smettere con la radio?
«Sì. Gli impegni sono aumentati, la quotidianità è frenetica, ma se non ho ancora smesso è proprio per l'amore che provo per il mezzo. Non è facile, ma pur di non rinunciare sono disposto a fare i salti mortali».
L’anno scorso ha condotto l’Eurovision, sarebbe banale dire che le manca solo Sanremo: c'è invece qualcosa che pensa non farebbe mai?
«Ho scritto tre libri, ho fatto anche un film (Ogni Maledetto Natale, nel 2014). Spero di mantenere sempre quello spirito critico che mi spinge a non fare più quello che non mi viene bene. Ma di base sono uno che prova tutto».
Ha due figlie piccole, vedendo che direzione sta prendendo il mondo cosa si augura per loro?
«Mi piacerebbe mantenessero un equilibrio tra idealismo e senso pratico, entrambi aspetti importanti. Al momento mi preoccupano i telefonini, il fatto che possano crescere avendo il mondo a portata di dito. Ancora non ne hanno uno tutto per loro, ma la cosa mi spaventa».