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Rinnovare l’attenzione per i bisogni della famiglia

 
rossella palmieri

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rossella palmieri

Rinnovare l’attenzione per i bisogni della famiglia

Da Foggia a Cerignola, non solo feste

Domenica 18 Maggio 2025, 14:00

Ha le sue croci e le sue delizie; è doloroso viverne privi, come nel romanzo di Malot, “Senza famiglia”, e nella diretta filiazione di “Rémi”, che ci ha accompagnato per generazioni con il suo talento e la sua smania di viaggio lungo la Francia in compagnia del fcane Capi, del maestro Vitalis e della scimmietta Joli-Coeur. Roba d’altri tempi? No di certo. Quel cartone animato con infinite puntate ci ha fatto capire, da bambini, in modo semplice e diretto, cosa sia (e non sia) la famiglia, punto di partenza di tutto. Ma oggi, in occasione della festa internazionale delle famiglie, di qualche giorno a ridosso di quella della mamma, poco si registra in termini di sensibilizzazione e nel nome di quelle politiche sociali condivise che dovrebbero essere motore e crescita delle dinamiche personali e delle ricadute collettive.

E sì che il tema è caldo, le famiglie sono in crisi – non si fa che ripetere questo refrain – e qualche spunto per riflettere sui cambiamenti a dir poco epocali è doveroso. Cerignola lo ha fatto con un contributo di idee, giochi creativi e laboratori per facilitare momenti di dialogo tra genitori e figli. A Foggia ci ha pensato l’attore Dino La Cecilia, sempre attento e acuto osservatore della realtà che cambia, a lanciare il suo messaggio teatrale con “Familia”, da lui stesso scritta e diretta, per vedere gli esiti (deleteri) di una giovane coppia in crisi su di un palcoscenico, il luogo meglio deputato ad accogliere incomprensioni, litigi e ribellioni. Ma c’è bisogno anche di altro. Di una riflessione condivisa e, soprattutto, continuativa, una ‘cifra’, quest’ultima, spesso mancante in città.

Come ci insegnano i grandi classici, dalla tragedia greca in poi, non c’è nucleo familiare che non abbia in sé fantasmi e dolori. E c’è bisogno di una ‘coralità, appunto, ieri come oggi, che sappia riconoscerli e sviscerarli. Il giovane Cosimo, protagonista del “Barone rampante” di Calvino, dopo un litigio con i genitori per aver rifiutato un piatto di lumache, decide di arrampicarsi su un albero e non scendere più. Lontano sì dalle aspettative familiari, ma vicino a chi, sulla terra, si dibatte tra mille problemi che vengono da lui guardati con occhi attenti e solidali. In quegli anni un romanzo formava intere generazioni ed era in grado di orientare famiglie e coscienze. La letteratura anche oggi fa questo, ma un ‘accompagnamento’ politico-sociale è doveroso e necessario, quasi a mo’ di osservatorio permanente. Diversamente, non è lecito lamentarsi.

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