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La Foggia perbene riunita intorno a Franca Marasca

 
Rossella Palmieri

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Rossella Palmieri

La Foggia perbene riunita intorno a Franca Marasca

Avere la forza d’indignarsi è un avamposto di salute mentale e significa che i valori non sono vuota retorica

Domenica 03 Settembre 2023, 13:10

A qualunque età la morte violenta è ingiusta, ma quando a cadere sotto i colpi di mani assassine è una donna che potrebbe essere nostra zia, nostra nonna, allora tale sciagura ci appare ancora più insensata. Tanto più perché l’età della nostra concittadina è di quelle che fanno pensare a un dolce pendio in cui, onore al merito, si è ancora impegnati nel lavoro, ma tutto assume contorni più delicati, dolci.

Ce la immaginiamo così, che apre il suo tabacchino – con quel sapore di antico che abbiamo perso, banconi in legno, sigarette e caramelle – dopo un periodo di ferie, senz’altro contenta di alzare quella saracinesca sotto un sole ancora caldo. Ciò a dispetto di qualche retroscena che starà ai Carabinieri chiarire: era preoccupata, spaventata? Se sì, perché? Tanti suoi colleghi hanno ribadito con forza che la loro categoria è particolarmente a rischio, del resto. E poi l’incasso, il telefonino. Tutti aspetti su cui si farà luce. Intanto resta lo scoramento per questa morte ingiusta che pone con urgenza il problema di una videosorveglianza più capillare. E ci dona un filo di speranza perché quella Foggia perbene che esiste, si è assiepata accanto al suo tabacchino per ribadire la propria indignazione, oltre che la propria vicinanza, alla famiglia di Franca.

Avere la forza d’indignarsi è senza dubbio un avamposto di salute mentale e significa che i valori non sono vuota retorica, ma esistono e sono concreti. C’è solidarietà e voglia di dire no con coraggio. Tutto questo accade mentre Selvaggia Lucarelli, in viaggio, afferma che la città di Leticia è più brutta di Foggia (ma ci è mai stata?).. Anche qui l’indignazione si è fatta sentire forte e chiara con le parole di Vladimir Luxuria: «Foggia non ha bisogno di commenti estetici, ma di conforto». Sacrosanto.

Non se ne può più di queste bordate, interne o esterne, a una città che sta dimostrando di resistere a tutto. Le scuole sono raggiunte da messaggi di compattezza sociale in modo capillare, e le forze del Governo e dell’ordine presidiano come non mai. Sono queste le certezze che ci devono animare nel dire addio a Franca. Nel giorno del lutto cittadino per noi tutti sarà zia Franca, che ci ha lasciato in un’assolata giornata di fine estate. Chi la conosceva la ricorda così: gentile e sorridente. Una vita per il lavoro e per la famiglia. Cara signora Franca, saremo con te per l’ultimo saluto. Spereremo che il tuo tributo di sangue sia l’ultimo. Perché andare al lavoro e tornare a casa non è un privilegio, ma un diritto.

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