Nostalgico, familiare, rassicurante: è il logo di Matera Welcome che dà il benvenuto ai visitatori in città. Disegnato ricalcando i vecchi tratti identitari di un simbolo che ha visto la città competere per un titolo internazionale, il logo della candidatura richiama la capitale rupestre e rievoca un passato glorioso appartenuto a tutti. Potente e riconoscibile, suscita un senso di conforto e affezione, ma anche di autostima collettiva, perché ricorda l’ambizioso traguardo raggiunto.
Già dipinto su bandiere sventolate dai balconi, stampato, ricamato e indossato su sciarpe e borse, applicato ovunque, è stato al centro di battaglie cittadine dove qualcuno ha rischiato di rimetterci pure la giugulare. Difeso ad oltranza dal popolo nel momento in cui è stato sostituito dal logo commerciale, un glich di nuova generazione più moderno e sofisticato e dal valore esclusivo, è rimasto prepotentemente protagonista sulla scena istituzionale e popolare. Dalle carte intestate ai francobolli postali, con il suo significato atavico, ancora oggi campeggia su stendardi, siti web e cartoline e primeggia per ricordarci quanto sia più entusiasmante competere per vincere anziché governare la vittoria.
Con il suo bagaglio di retromania rappresenta un rifugio che crea un cortocircuito ed esercita un potere così forte da non lasciare più spazio all’immaginazione. Benché sia resistente e abbia la forza di traghettare nel presente qualcosa che merita ancora di durare, rappresenta un desiderio di ripetizione, di una nostalgia che ci ha reso felici. Ma con questa identità visiva dal sapore passatista, non stiamo andando in retromarcia oscurando il coraggio e lo slancio creativo verso un futuro ancora tutto da immaginare e in cui identificarci?