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L’estate rovente degli operai edili

 
Redazione Lecce

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L’estate rovente degli operai edili

C'è la città barocca da visitare, ma ne esiste anche un'altra ed esprime vite disarmanti che uniscono in una sola linea ardente il centro storico e le periferie

Domenica 03 Luglio 2022, 10:28

Luglio è un promemoria. Come una sveglia che non si può ignorare. Squilla a ogni svolta, in fondo a un vicolo, non appena appaiono le impalcature che fanno da armatura ad un palazzo da ritoccare. Lampeggia come le gocce di sudore lungo i cantieri che transennano le strade e riformulano strisce pedonali e piste ciclabili. Luglio è il solleone e ti confonde con le pagliette di un bianco abbacinante che i turisti indossano mentre vagano a naso in su tra una basilica e l'altra, da una piazza a un anfiteatro quando l'ombra si ritira dentro le pietre chiare e tutto sembra poter evaporare nella fissità del mezzogiorno appena scocca l'ora in cui gli operai si fermano a mangiare un boccone. Allora i loro elmetti anti-infortunio non puoi più ignorarli. Sono il vero termometro del caldo che fa mentre tutti se ne lamentano, eccetto chi lavora sospeso nel vuoto tra cornicioni e stemmi di tufo, tra bitume e tombini fognari infestati e maleodoranti. C'è la città barocca da visitare, ma ne esiste anche un'altra ed esprime vite disarmanti che uniscono in una sola linea ardente il centro storico e le periferie.

È la città di chi si sveglia all'alba e trivella stucca lucida scala facciate da capogiro finché la voce di Tito Schipa esplode come un fuoco d'artificio da Palazzo Carafa e si espande alla stregua di un segnale che anticipa la controra; quando le persiane si serrano a impedire l'avanzata dell'afa nelle stanze dello scirocco e tedeschi francesi inglesi americani giapponesi e via elencando, si siedono boccheggiando con gli sguardi ubriachi di luce e di incredulità termica. Allora, posano le loro macchinette fotografiche e osservano con la dovuta ammirazione quella resistenza stoica, imperturbata, che gli operai manifestano continuando quel che stavano facendo prima che le strade si animassero e la temperatura provocasse persino i santi nelle nicchie delle cattedrali. Complici i bonus che incentivano il rifacimento del look dei palazzi, moltiplicati per i lavori di manutenzione della rete stradale e tutto il necessario nell'agenda dei mesi asciutti, è un'estate che trabocca di operai sui tetti che scottano.

A loro, soprattutto a questi lavoratori instancabili ed esposti più di chiunque altro maledica questa stagione da temperature record, bisognerebbe rivolgere un fiore e una benedizione. Sono loro gli irriducibili figli di un mestiere che li lavora mentre lavorano. E fa di loro una cartolina diversa e una lezione preziosa: godetevi l'estate, non la sprecate a lamentarvi. Oppure venite a farvi un giro sulle impalcature, così poi ne riparliamo.

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