La contabile del 31 dicembre del 2009 si era rivelata un bagno di sangue nonostante la politica di «rilancio» e «nuovi investimenti» legata essenzialmente a spese pubblicitarie e di marketing considerate la ricetta anticrisi. In realtà, a quella data il fatturato si era quasi dimezzato, registrando un 41% in meno e passando dai 61 milioni (già ridotti rispetto ai 70 dell’anno prima) ai 35,6 milioni di euro. Nonostante ciò, il 25 febbraio del 2010 l’azienda - in pieno stato di crisi - confermava l’ordine di acquisto di un jet privato (risalente al 2006), un «Embraher Phenom 300 Aircraft» da una società brasiliana per una spesa spesa complessiva di oltre 7 milioni di dollari. Ordine poi annullato poco meno di due mesi dopo e costato comunque la perdita di un acconto di oltre 204mila euro. È uno dei dettagli descritti nel capitolo della Relazione dei commissari dedicato ai comportamenti degli organi sociali dell’azienda, in particolar modo dell’ex amministratore, Giovanni «Cico» Fasciano.
L’affare del jet è arricchito dalle spese del matrimonio di «Cico», avvenuto il 20 e 21 settembre del 2008 e costato ben 870mila euro. Tale somma, secondo il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, sarebbe stato sostenuto dall’azienda sotto forma di «meeting aziendale» con ospitalità di persone alla masseria San Domenico, guarda caso proprio nel giorno e nel luogo della festa di nozze. Ma nell’elenco dei debiti della «Watch service» c’è il «Billionaire », la società di Flavio Briatore, l’ex re della Costa Smeralda (ha deciso di andar via) che con la sua compagna Elisabetta Gregoraci fu testimone di nozze. Ci sono anche alcuni volti del mondo dello spettacolo, come quello delle show girl Melissa Satta e Aida Yespica, entrambe testimonial di alcune delle campagne pubblicitarie del signor Cronotech.
Nomi che vanno ad aggiungersi alla lista complessiva di 560 creditori ammessi al concordato preventivo e che dovranno «votare» la proposta della società. Per legge, ricordiamo, oltre a quanto potrà essere espresso il giorno dell’udienza, gli interessati hanno 20 giorni per far pervenire il loro parere anche a mezzo posta. La terna di commissari giudiziali ha cercato di ricostruire le vicissitudini che hanno portato alla débâcle dell’azienda soprattutto per il massiccio ricorso agli investimenti pubblicitari come ha confermato un ex amministratore, Domenico Pepe: «Tra il 2008 e il 2009 la società ha operato rilevantissimi investimenti in pubblicà attraverso campagne pubblicitarie, lanciate prima dell’uscita del mercato sul prodotto e con sostenimento dei relativi costi prima della realizzazione dei ricavi, nel 2008 per circa 22 milioni (in presenza di 70 milioni di fatturato), mentre nel 2009 per circa 16 milioni di euro, con l’ulteriore precisazione che ordinariamente il 75% dei ricavi si collocavano intorno al periodi natalizio».
Tre le macro aree di investimenti pubblicitari: passaggi pubblicitari sui mass media (diverse le concessionarie di pubblicità tra i creditori), sponsorizzazioni (vedi la Formula Uno, ad esempio) nonché gestione di avvenimenti (convention e riunioni). Un inciso: l’ex amministratore ha fatto causa di lavoro per oltre 3 milioni di euro e ha presentato due denunce alla procura. [n. pepe]
Sabato 16 Giugno 2012, 08:54
17 Aprile 2020, 12:47















