Il problema è sempre lo stesso di cinque anni fa. Ovvero il fatto che le proiezioni elettorali fornite durante le Regionali dal ministero degli Interni non rispettano alla lettera i meccanismi contenuti nella legge elettorale pugliese. Anche questa volta, quindi, i risultati ufficiosi degli scrutini dello scorso weekend diffusi tramite il portale Eligendo potrebbero essere diversi da quelli effettivi che saranno ufficializzati dopo le verifiche della Corte d’appello di Bari: il probabile effetto è (per quanto riguarda la maggioranza di Antonio Decaro) una traslazione territoriale nell’assegnazione dei seggi ai consiglieri, mentre per l’opposizione di Luigi Lobuono potrebbe cambiare anche la suddivisione interna tra i partiti.
Ieri mattina c’è stata sul punto una riunione informale in prefettura a Bari. Ma già molti candidati, con i propri tecnici, hanno cominciato a rifare i conti applicando alla lettera la legge 15/2015. Resta ferma la ripartizione dei seggi tra maggioranza e opposizione, che vede 29 consiglieri per la coalizione Decaro e 21 per quella Lobuono (il presidente Decaro è il 51° consigliere). La differenza nasce dal fatto che per la legge regionale pugliese la percentuale delle singole liste si calcola come rapporto tra i voti del singolo partito e quelli totali dati ai presidenti (e non sul totale dei voti di lista, che sono di meno). L’altra differenza è figlia di una sentenza emessa cinque anni fa su una questione molto tecnica (gli scorrimenti delle graduatorie dei resti). Il Consiglio di Stato (sentenza Mazzarano) ha dato ragione alla Corte d’appello di Bari e torto alla prefettura in un caso particolare che però si verifica anche quest’anno nella ripartizione dei seggi a Fratelli d’Italia.
L’ipotesi di ricalcolo ottenuta applicando questi due criteri è riportata nella tabella in alto. Per quanto riguarda il centrosinistra sono confermati 14 seggi al Pd, 7 alla civica «Decaro presidente» e 4 ciascuno a «Per la Puglia» e al M5s. La differenza però è...
















