Sabato 06 Settembre 2025 | 08:56

Scende la spesa farmaceutica in Puglia, i direttori generali delle Asl provano a salvarsi

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Sorpresa: nel 2023 le Asl hanno rispettato il tetto dei farmaci, la spesa convenzionata è sotto controllo

Secondo i dati Aifa del periodo gennaio-novembre. Ma se la spesa convenzionata è sotto controllo, quella ospedaliera non lo è (come nel resto d’italia)

Mercoledì 15 Maggio 2024, 09:53

BARI - Chiamatelo, se volete, effetto Amati. Ma da quando il consigliere regionale di Azione ha fatto approvare la legge di decadenza dei direttori generali delle Asl in caso di superamento dei tetti di spesa farmaceutica, in Puglia è successo qualcosa di simile a un miracolo. L’altroieri Aifa ha pubblicato i dati ufficiali di monitoraggio del periodo gennaio-novembre 2023, che - nei fatti - anticipano la chiusura d’anno (dicembre è sempre poco significativo). Ebbene, per la prima volta da quando è stato istituito (con legge statale) il meccanismo dei tetti di spesa, la Puglia risulta in linea con i limiti della spesa convenzionata. Quella che riguarda le farmacie, considerata il fulcro dei possibili sprechi.

Sui primi 11 mesi dell’anno, infatti, il monitoraggio fa emergere che le Asl pugliesi hanno speso per la farmaceutica convenzionata 2,7 milioni di euro in meno del tetto, risultando tra le 15 Regioni fin qui adempienti. Significa pure che c’è stata una frenata nella seconda parte dell’anno, perché il tendenziale valutato sulla spesa rendicontata da gennaio a luglio (cresciuta rispetto ai 12 mesi precedenti) aveva fatto ipotizzare il superamento del tetto. Discorso diverso, invece, per la spesa diretta, cioè quella degli ospedali. In questo caso, invece, da quando è nato il meccanismo dei tetti della farmaceutica, nessuna Regione ha mai rispettato il limite, che nel mondo sanitario viene piuttosto considerato un indicatore generico di qualità della spesa. Sulla «diretta» la Puglia è fuori tetto al pari di tutte le altre, ma non è la peggiore considerando che la Campania, ha splafonato di mezzo miliardo di euro contro i 283 milioni della Puglia (la Basilicata è fuori di 41 milioni, che rapportati alla popolazione sono una cifra enorme).

La legge Amati doveva partire nel 2023 (sui dati 2022), ma poi in corso d’opera c’è stato uno slittamento di 12 mesi. Non appena ci saranno i dati ufficiali Aifa del 2023 (il mese prossimo), il dipartimento Salute dovrà fare le sue valutazioni. È chiaro che il superamento della spesa farmaceutica diretta è già evidente finora, ma il fatto che si tratti di un dato sostanzialmente incomprimibile in tutta Italia sta inducendo i direttori generali delle Asl pugliesi a chiedere alla Regione un supplemento di riflessione. Un conto è la spesa per le farmacie, su cui (comunque) le Asl hanno qualche leva attraverso il controllo dei medici prescrittori. Un altro conto è la spesa per i farmaci ospedalieri, su cui pesano elementi non valutabili a priori e collegati alla produzione (più ricoveri ci sono, più farmaci si utilizzano): su quelli non può intervenire nessuno. 

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