BARI - Insulti, minacce, offese sessiste, violenze. Binari e treni come trincea. È boom di aggressioni, in Puglia, ai capitreno che prestano servizio sulle tratte regionali. Domenica scorsa, poco prima di mezzogiorno, una giovane capotreno barese in servizio sul regionale Lecce-Bari è stata aggredita alla stazione di Monopoli da un passeggero sprovvisto di biglietto, che non voleva pagare il ticket di viaggio, né scendere dal convoglio: la capotreno è stata colpita con un pugno al volto che le ha procurato la lesione di un dente, ed ha dovuto fare ricorso, a Bari, alle cure del pronto soccorso.
Due sabati fa, alla vigilia di Pasqua, intorno alle 21.45, uno dei capitreno più esperti in servizio sui treni regionali pugliesi, il foggiano Rosario Morlino, è stato colpito al volto con una pistola a salve, alla stazione di Giovinazzo, da un paio di ragazzi che erano sulla banchina e poi sono fuggiti. Il colpo gli ha procurato una ferita fra la mandibola e l’orecchio destro. Episodi su cui stanno indagando le forze dell’ordine.
«Il fenomeno è preoccupante - evidenzia Marco Roca, dirigente sindacale regionale della Filt Cgil -. Le aggressioni sono all’ordine del giorno, per non parlare degli insulti sessisti nei confronti delle donne che lavorano in ferrovia. Emergono solo gli episodi più eclatanti, ma ci sono quotidianamente, o quasi, aggressioni fisiche o violenze verbali che passano sotto traccia, non vengono denunciate». L’autunno scorso un altro grave episodio alla stazione di Bari, dove un capotreno cerignolano, in servizio sul regionale Bari-Foggia, fu colpito al capo con un pugno. «I treni più a rischio sono quelli serali e notturni e quelli che circolano nei weekend - aggiunge Roca -. C’è un fenomeno preoccupante, soprattutto nel Barese, di bande di giovani che si spostano viaggiando sui regionali e pretendono di non pagare il biglietto, nonostante i nuovi treni siano dotati di telecamere, da cui le forze dell’ordine possono ricavare materiale utile alle indagini, nel caso avvengano dei reati. La professione dei capitreno è molto delicata e di grande responsabilità e non è possibile che debbano rischiare, lavorando, di perdere un occhio o essere picchiati. Denunciare ciò che accade o si subisce è importante per far emergere la gravità del problema, che va affrontato in modo radicale. Ad esempio rafforzando gate, tornelli e controlli ai varchi d'ingresso delle stazioni, specie di quelle più grandi, aumentando anziché riducendo la presenza della polizia ferroviaria, potenziando il personale di Fs Security a bordo dei treni e la formazione dei capitreno sul tema specifico della sicurezza».