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Il triangolo della Valle D’Itria tra le meraviglie di Puglia

 
Ottavio Cristofaro

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Ottavio Cristofaro

Il triangolo della Valle D’Itria tra le meraviglie di Puglia

Avete presente quella porzione di territorio di Puglia compreso nel triangolo che collega i campanili delle chiese madri di Martina Franca, Locorotondo e Cisternino? Si chiama Valle d’Itria, ed è un luogo meraviglioso

Venerdì 21 Luglio 2023, 07:00

Avete presente quella porzione di territorio di Puglia compreso nel triangolo che collega i campanili delle chiese madri di Martina Franca, Locorotondo e Cisternino? Si chiama Valle d’Itria, ed è un luogo meraviglioso.

È qui che è cresciuto Mario Desiati ed è qui che le sue storie prendono vita. È la Valle d’Itria tanto cara a Lisetta Carmi, fotografa mirabile, pianista di talento e fondatrice nel 1979 dell’Ashram Bhole Baba di Cisternino. È la Valle d’Itria raccontata da Cesare Brandi, uno dei maggiori critici e storici dell’arte, fondatore della teoria del restauro, studioso di estetica, saggista, scrittore e poeta. In appendice al suo celebre libro «Pellegrino di Puglia» c’è il saggio dedicato a Martina Franca, vero capolavoro della letteratura riferita a una città, un volume divenuto introvabile e solo recentemente tornato in edizione.

Le storie di Mario Desiati si ispirano alla sua terra, è da lì che prendono vita i suoi personaggi, con le loro fragilità e le loro debolezze, ma anche le loro virtù. Con le sue storie Desiati si è affermato come scrittore fino a diventarne uno dei migliori di questi anni e fino a raggiungere il gradino più alto dello «Strega». La sua scrittura mite e pregnante, ma al tempo stesso comprensibile nonostante sia ricca di articolazioni nel lessico, ha fatto dello scrittore martinese un punto di riferimento nella letteratura moderna.

La Valle d’Itria è una delle regine del turismo in Puglia. Una vacanza nei trulli è il modo migliore per addentrarsi nel territorio e conoscerne le infinite bellezze. Un viaggio all’insegna della semplicità, immersi in strutture dall’alto valore storico.

Gli interventi messi in campo negli ultimi anni e i risultati raggiunti per migliorare l’attrattività, hanno permesso di alzare l’asticella della qualità del turismo in Valle d’Itria.

Il Palazzo Ducale è uno dei simboli di Martina Franca. Il progetto per la sua costruzione venne redatto dall’architetto bergamasco Giovanni Andrea Carducci nel 1668. Tanto ardita fu l’impresa che il Duca non seppe calcolare bene i costi, e dopo quattro anni i lavori si fermarono lasciando l’opera incompiuta. Da allora sino a oggi molte mani sono intervenute sul fabbricato, quello che noi oggi conosciamo è un edificio sicuramente molto differente dal progetto originario. Il segno urbano dell’edificio è dirompente; il fuori scala rispetto al resto della città murata è appena mascherato dagli altri edifici che gli sono sorti intorno. Per questo, chi attraversa per la prima volta la porta di Santo Stefano ed entra in piazza Roma, rimane sorpreso, senza fiato, preso a «tradimento» dalla imponente presenza della facciata del Carducci e quasi non riesce a capire da dove sia spuntata fuori. Poi guardandola comincia ad apprezzare il contrasto tra il rigido schema manieristico della facciata e la mollezza barocca del grande balcone, delle mensole, dei fregi, della trabeazione sul portone di ingresso.

Ma all’interno del centro storico c’è un altro edificio dirompente, paragonabile al Palazzo Ducale per dimensioni e per storia. Si tratta dell’ex Convento delle monache agostiniane, oggi Villaggio di Sant’Agostino. La struttura rappresenta un vero e proprio polmone culturale e sociale a disposizione della comunità, un’oasi di pace, di cultura, di spiritualità e di solidarietà, un monumento di bellezza architettonica, dove la storia si fonde con il ruolo formativo che ha ricoperto nel tempo. Un ex Convento maestoso nelle sue grandi dimensioni, che oggi si presta come luogo adatto a diverse iniziative. Attualmente la struttura ospita campi scuola, un refettorio con cucina industriale, un teatro, sale studio, un grande chiostro, una pinacoteca e un magnifico Belvedere che rappresenta il balcone sulla città con affaccio sulla Valle d’Itria, lo Ionio e l’Adriatico.

Adiacente al Convento c’è la Chiesa della Madonna della Purità, un capolavoro di arte e spiritualità, un gioiello architettonico in perfetto stile Rococò.

Ma Martina Franca e la Valle d’Itria sono anche enogastronomia, dove gli assoluti protagonisti sono la straordinaria bombetta e l’immancabile capocollo che recentemente ha ottenuto il riconoscimento comunitario come prodotto icona della gastronomia della Valle d’Itria, divenendo prodotto I.G.P. con il marchio di «Capocollo di Martina Franca».

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