F35A contro F35B. Aeronautica militare contro Marina. Sul mondo con le stellette soffia impetuoso il vento della polemica. Oggetto del contendere? Il piano di ripartizione del velivolo di quinta generazione nelle due versione: la A è quella a decollo convenzionale in servizio ad Amendola con l’Arma azzurra ed ha raggiunto la capacità operativa, la B è quella a decollo verticale, in dotazione alla base di Grottaglie dove si addestra l’Aviazione navale, che dovrebbe equipaggiare la portaerei Cavour e sostituire il superato Harrier AV8B plus.
Cosa è successo? Che il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli (Aeronautica) ha firmato una disposizione nella quale si individua in Amendola il polo nazionale degli F35, a prescindere dalla versione. E, di conseguenza, lascerebbero Grottaglie i jet della Marina (finora due, i cui piloti si stanno addestrando negli Usa). In pratica nascerebbe un Gruppo di volo interforze sotto l’ombrello dell’Arma azzurra con un’unica linea logistica ed addestrativa. Peraltro, se ad Amendola la riconversione delle infrastrutture necessarie a ricevere gli F35 sono già funzionanti, a Grottaglie i lavori sono in stand by da un paio d’anni.
La decisione non è piaciuta all’ex capo di Stato maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli (Marina) che ha preso carta e penna e ha scritto al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Illustrando tutte le negatività (dallo spreco di danaro pubblico alle limitazioni operative della portaerei Cavour) condivise naturalmente dai vertici della Marina militare. Sulla diatriba aleggiano i fantasmi di vecchi rancori, evidentemente mai messi da parte. La vicepresidente della commissione Difesa di palazzo Madama, la senatrice Cinque stelle Daniela Donno, invita ministro e capo di Stato maggiore in carica ad una riflessione: “La decisione oltre a mettere fuori discussione ogni ipotesi di futura rimodulazione del programma F-35 riguardante la discussa componente a decollo verticale destinata all'Aeronautica, penalizza l'addestramento dei piloti di Marina causando anche un grave ritardo nel conseguimento della capacità operativa per la portaerei Cavour. Inoltre così viene meno il progetto di adeguamento della base di Grottaglie con ricadute negative sull'indotto tarantino, già colpito dalla crisi dell'ex Ilva. Tutto questo in nome di un'economia di risorse che verrebbe vanificata dai maggiori costi di esercizio sostenuti dalla Marina in virtù del trasferimento del polo logistico dell'aeroporto di Grottaglie".