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Luigia Ierace
21 Febbraio 2021
Cresce tra i giovani la voglia di fare impresa in Basilicata. In meno di 2 mesi nel 2021 sono già 6 le start up innovative avviate con la procedura semplificata della Camera di Commercio dei Basilicata. Più agile e del tutto gratuita, è la strada preferita dai giovani startupper lucani che portano la piccola regione del Sud essere un unicum a livello nazionale, con il 100% delle startup innovative costituite nel 2020 ad aver adottato la modalità di costituzione online, contro un 37% a livello nazionale.
Tra le regioni del Sud, la Calabria è al 46,7%, la Puglia al 43,1% e la Campania al 35,8%, come emerge dal rapporto di monitoraggio effettuato da Mise, Unioncamere e InfoCamere. E tra tutte le nuove società costituite, la Basilicata ha la più alta percentuale di start up innovative 3,7%, seguita da Calabria con 2,9%, Campania con 2,3% e Puglia con 2.1%.
A parlare sono i numeri. Nonostante il Covid e l’interruzione delle attività per tre mesi, nel 2020, con la procedura semplificata, avvalendosi del supporto dell’ufficio Assistenza qualificata alle imprese (Aqi) della Cciaa lucana, sono state infatti costituite ben 28 società, con una crescita esponenziale nell’ultimo triennio (nel 2018 erano solo 6, raddoppiatesi nel 2019, fino ad arrivare ai numeri attuali).
Un percorso “smart” che conferma la vivacità imprenditoriale che distingue la Basilicata nel confronto con le regioni limitrofe. Basti pensare che nel 2020 in Puglia, a Bari le nuove start up sono state circa 100, di cui meno della metà con il supporto della Camera di Commercio; a Taranto una decina e a Foggia solo 6, anche qui basso il ricorso alle Cciaa. In Campania, a Salerno, una quarantina di nuove start up, una decina ad Avellino con scarso ricorso agli enti camerali. In Calabria, a Cosenza sono state 13.
La Camera di Commercio Basilicata è una tra le più attive al Sud, ma cosa spinge gli startupper a preferire tale percorso? «Merito – ha sottolineato il presidente della Cciaa di Basilicata Michele Somma - della formula, che si rivela veloce ed economica (con un risparmio medio sui costi d’avvio stimato in circa duemila euro) ma anche del valore aggiunto fornito da un’assistenza dell’ufficio Aqi della nostra Camera di Commercio, che accompagna con professionalità e competenze gli startupper all’ingresso del mercato».
Insomma, le Camere di Commercio ha spiegato il presidente Somma, «stanno cambiando velocemente pelle, grazie ai nuovi ruoli e alle funzioni attribuite dalla riforma della Pubblica amministrazione tra cui l’orientamento al lavoro e all’autoimpresa, la cultura della digitalizzazione e l’accompagnamento al mercato degli imprenditori innovativi».
Interessante anche la fotografia del profilo lucano degli innovatori, guardando le circa 50 procedure avviate fino ad oggi. Nella maggior parte delle start up costituite, l’età media dei soci è compresa tra i 35 e i 46 anni, sono in possesso di dottorato di ricerca o laurea magistrale e sono impegnati nell’erogazione di servizi innovativi e ad alto valore tecnologico.
Un ventina sono di Potenza, per il resto spaziano sull’intero territorio da Matera, dai centri più grandi fino alle realtà più piccole e isolate dell’entroterra lucano. Tante le attività innovative e nei settori più variegati: dall’Ict, che è la maggiore fucina di idee, ai servizi, al turismo, all’edilizia e domotica, ma anche alla farmaceutica e benessere, alla moda o alla nautica, all’ecologia o all’agroalimentare. Con un capitale sociale che spazia da 300 ai 150.000 euro.
Le idee non nascono nei centri più vicini ai poli industriali, ma si sviluppano anche in contesti piccolissimi come il caso di San Paolo Albanese.
«Una vivacità riscontrata dagli startupper del nostro territorio - che per Somma - è confortante rispetto al contesto storico che stiamo vivendo e agli scenari futuri: poter contare su tante nuove imprese innovative significa puntare all’eccellenza e generare nuove opportunità di business, per poter lavorare dalla Basilicata e dal Mezzogiorno verso il mondo».
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