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Marcello Buttazzo, Lequile (Lecce)
25 Febbraio 2016
Papa Francesco, all’Angelus, ha richiamato l’attenzione sulla sofferta condizione carceraria. Inoltre, il Santo Padre è tornato a chiedere una moratoria contro la pena di morte per il Giubileo: “Nessuna condanna nell’Anno Santo della misericordia”. Bergoglio è giustamente convinto che sia necessario diffondere nel mondo “forme sempre più mature di rispetto della vita e della dignità di ogni persona”. La pena capitale è un obsoleto ferro vecchio della storia, una miserabile misura giustizialistica medievale, buona per edificare “promettenti” carriere politiche. Epperò, i governanti dei vari Paesi non possono comportarsi mai da assassini verso i cittadini. Davvero le esecuzioni capitali rappresentano un fallimento totale dello Stato di diritto . Anni fa, i Radicali dell’associazione “Nessuno Tocchi Caino” presentarono una moratoria all’Onu contro la massima pena, che divenne sostenibile, anche se non vincolante. Da allora, diversi Paesi sono diventati abolizionisti. Anche se la cruenta e ferina pena è pienamente operante in varie contrade dittatoriali e democratiche (compresa l’America). Giova notare che le associazioni laiche e cattoliche, in Italia, sulla questione carceraria e sulla pena di morte, conducono una battaglia convintamente partecipata, aperta, laddove la politica attiva e parolaia è ancora drammaticamente latitante.
Marcello Buttazzo, Lequile (Lecce)
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