OTRANTO - A dodici anni da “Chagall. Il segno dell’anima”, la mostra nel Castello di Carlo V a Lecce, che diede il via a quella nuova stagione espositiva nella città barocca che seppe coinvolgere anche l’appena neonato MUST, le opere del maestro russo tornano nel Salento e approdano da oggi in un altro Castello, quello Aragonese di Otranto. E lo fa con “La magia di Marc Chagall tra realtà e surrealtà”, la mostra, promossa dal Comune di Otranto con Global Art di Milano e Guastalla Centroarte di Livorno, per la progettazione grafica e il coordinamento allestitivo di Carlo Contino Circolone oltre che con la consulenza scientifica e layout allestimento di Antonio Mangia, intesa a “ripercorrere attraverso apparati biografici, suggestioni e narrazioni a più voci la sua lunga storia di uomo e di artista mediante una selezione ragionata di opere di varie datazioni”.
Avvalendosi, altresì, di sale tematiche, di contenuti testuali redatti dai giovani critici d’arte Simone Melis, Angelica Raho e Giulia Russo, di interventi allestitivi immersivi, e di appuntamenti collaterali. Consentendoci una suggestiva immersione nel pensiero dell’artista di Vitesbek, grazie a circa ottanta tra acqueforti, litografie originali e dipinti, provenienti da una collezione privata, che costituiscono il corpus della mostra, e che, nella sua strutturazione per sezioni innesca percorsi di lettura e memorie non indifferenti. Accanto a queste opere anche alcune acqueforti e tavole, tra aneddoto e realismo fantastico, tirate per l’edizione illustrata di Le anime morte di Nikolaj Gogol, commissionatagli da Vollard nel 1923, altre appartenenti a quelle su Le favole di Jean de La Fontaine realizzate dal 1927 al 1930 e pubblicate nel 1952 con una maggiore attenzione all’aspetto fantastico e mitologico, e altre ancora alle tredici litografie del 1957 realizzate per la monografia pubblicata da Maeght Editeur per i suoi settanta anni, in una sorta di inno corale all’amore, al circo, alla religione e al sogno.