LECCE - Resistere, resiste. Completando, a dieci anni dall’installazione del primo modulo, il parco fotovoltaico all’interno dello stabilimento di viale Lussemburgo, ben nascosto sui tetti o tra gli alberi di molteplici qualità dono della guardia forestale, un impianto che consentirà l’auto produzione dell’energia elettrica consumata. Non arretrando di un millimetro sulla qualità dei prodotti, tanto da tenere in piedi passaggi produttivi aboliti da buona parte della concorrenza in nome dell’efficienza. Praticando una politica dei prezzi attenta ai consumatori e ai conti dell’azienda, senza rincari ingiustificati e ingiustificabili. Regalando, anche ai suoi quasi cento dipendenti, anzi collaboratori, una piastra a induzione, strumento che consente di preparare il cibo utilizzando l’elettricità e non il gas. Quel gas che costa alla sua azienda, Quarta Caffè, bollette di dieci volte superiori allo stesso periodo dell’anno precedente.
«Ho deciso di fare questo dono ai miei collaboratori – spiega alla Gazzetta Antonio Quarta, titolare dell’omonima torrefazione che conduce con i figli Gaetano ed Edoardo nella zona industriale di Lecce - per consentire loro di risparmiare gas in cucina e anche per toglierci la soddisfazione di non sostenere il gas di un dittatore che non ci sta simpatico». Un dono che Quarta ritiene «coerente con la nostra identità di azienda ecocompatibile e siccome per usare queste piastre sono necessarie pentole costose, ho donato anche gli adattatori per poter cucinare con qualsiasi recipiente. Un piccolo pensiero per i miei collaboratori, che per me sono famiglia e di cui non si può che parlar bene, per i quali, se prima avrei messo la mano sul fuoco, oggi la metterei appunto… sulla piastra».
Sorride amaro Antonio Quarta pensando alla congiuntura. «Ci siamo ritrovati a febbraio scorso all’improvviso nel bel mezzo di una guerra nel centro dell’Europa, a poche migliaia di chilometri da noi. Da allora non si capisce più nulla, non abbiamo più certezze sulle forniture energetiche e sulle materie prime. Molti di noi imprenditori sanno che corrono il rischio di chiudere i conti del 2022 in perdita per fattori del tutto estranei alla nostra volontà. Noi continuiamo a puntare sulla qualità e sulle nostre forze. Ci attendiamo l’attenzione delle istituzioni, il governo Meloni si è insediato da poco, credo sia giusto metterlo alla prova, dando il tempo necessario».
Già il tempo, fattore di rischio. «Abbiamo i depositi di gas pieni con gli stoccaggi ma abbiamo anche ancora i riscaldamenti spenti. Quando bisognerà fornire un po’ di caldo a 60 milioni di italiani, inizieranno i problemi seri perché bisognerà fare nuovi rifornimenti di gas, a tariffe da capogiro. Purtroppo temo che i primi 4 mesi del 2023 saranno molto duri da questo punto di vista. L’inflazione potrebbe crescere in maniera esponenziale, condizionando il potere di acquisto degli italiani con tutte le ripercussioni facilmente immaginabili». La soluzione? «Giungere quanto prima alla pace, la Russia deve ritirarsi dall’Ucraina e l’Ucraina deve essere ricostruita».
Quarta caffè è un agile vascello da 26 milioni di euro di fatturato che vende l’80% della sua produzione alla grande distribuzione e per il consumo nelle famiglie, mentre il 20% finisce ai bar. Un mix distributivo simile a quello dell’altra decina di marchi leader in Italia sia nelle case che nei bar mentre sono ben 700 le torrefazioni che si rivolgono unicamente agli esercizi pubblici. Da Roma in giù, Quarta caffè è stabilmente in pole position per vendite e diffusione ed ha la Puglia come regione di riferimento. Nelle ultime settimane ha preso sempre più piede la vendita tramite i canali online. Rilevante è l’attività di formazione fatta in house a favore dei barman. Ma alla fine il punto distintivo resta sempre la qualità, perché qua si resiste e si rilancia sempre.
«Il nostro caffè incontra il consumatore sempre fresco, “vivo”, tanto che evitiamo il sottovuoto che allunga i tempi di consumabilità del prodotto a detrimento però degli aromi. L’aroma, la freschezza e la sostenibilità del caffè sono cardini della nostra missione aziendale. E non intendiamo mollare – conclude Quarta - proprio adesso».