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Lecce, mazzette e protesi, ci sono altri indagati

 
Redazione Lecce

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Lecce, mazzette e protesi, altri indagati

La Asl denuncia: «Sono state individuate delle anomalie di spesa non giustificabili»

Mercoledì 10 Giugno 2020, 10:59

Ci sono nuovi indagati nell’ambito dell’inchiesta che lunedì scorso ha portato a due arresti per corruzione in danno della Asl.

I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno effettuato perquisizioni e sequestri nelle abitazioni e negli uffici di diverse persone, i cui nomi sono contenuti nell’inchiesta di cui è titolare il pubblico ministero Roberta Licci.

Sull’identità dei soggetti coinvolti, però, vige il massimo riserbo.

Intanto questa mattina ci saranno gli interrogatori di convalida di Carmen Genovasi e Giuseppe Bruno, rispettivamente responsabile amministrativo del servizio protesi della Asl e rappresentante di una ditta del settore con sede a Lecce.

I due si troveranno al cospetto del gip Giovanni Gallo, alla presenza degli avvocati Carlo Caracuta e Simona Ciardo, per replicare alle accuse che vengono loro contestate. I reati di cui sono ritenuti responsabili sono quelli di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, e falso ideologico.

Bruno è stato fermato all’uscita del suo ufficio con una busta contenente 850 euro in contanti.
Stando a quanto emerso dalle indagini dei finanzieri, ci sarebbe stato un modus operandi collaudato per agevolare alcuni imprenditori del settore, inducendo i pazienti a utilizzare protesi più sofisticate di quelle necessarie o addirittura inutili. Per questo al vaglio degli investigatori potrebbero finire anche le prescrizioni dei medici curanti eventualmente compiacenti.

Intanto la Asl con una nota della direzione generale prende le distanze da quanto accaduto.

«Per quanto attiene il Servizio Protesi - si legge nella nota - da tempo la ASL Lecce aveva individuato delle anomalie di spesa non giustificabili né da un punto di vista epidemiologico né dall’innovazione tecnologica del prodotto protesico. A tal fine erano state fatte delle verifiche che avevano interessato tutti gli ambiti territoriali e le situazioni anomale erano state poste all’attenzione delle autorità giudiziarie competenti per gli approfondimenti ritenuti necessari. Il settore è particolarmente delicato in quanto rivolto a persone con particolari fragilità. La crescita della spesa è spesso legata all’immissione di dispositivi tecnologicamente sempre più avanzati e quindi maggiormente costosi ma necessari per il recupero delle disabilità e per il controllo delle patologie croniche che affliggono larghi strati della nostra popolazione. Obiettivo finale è sempre stato quello di dare al cittadino gli opportuni strumenti di cura all’interno però dei vincoli di spesa stabiliti in ambito regionale e nazionale.

Nel realizzare questo importante obiettivo è indispensabile la partecipazione dei fornitori di presidi che, una volta accreditati, accompagnano il paziente nell’utilizzo ottimale dei dispositivi e ne assicurano la piena fruibilità sempre al fine di ottenere i migliori benefici nell’ambito di un’etica collaborazione con l’Azienda sanitaria. Occorre dire che molte di queste ditte hanno sempre operato nella legalità e nel rispetto delle regole normativamente stabilite. Ovviamente gli episodi di cronaca riscontrati impongono un rafforzamento del nostro piano di monitoraggio che andrà avanti e sarà sempre più puntuale e capillare».

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