NARDÒ- Sono «prove tecniche di dittatura» per la Voce Popolare di Flavio Maglio. Ma, sul caso del divieto di ingresso in Comune dei consiglieri di minoranza, intervengono un po’ tutti: Italia Viva di Rino Dell’Anna, il Pd di Salvatore Falconieri, Rino Giuri per Nardò Progressista, Nardò Bene Comune, Lucio Tarricone di Salento Nuovo. E c’è anche il capogruppo di Andare Oltre, Gianluca Fedele, che però difende le scelte di Pippi Mellone ed Andrea Giuranna di rendere off-limits le sale del municipio all’opposizione. Da lui partiamo: Fedele definisce il presidente della commissione di Controllo e Garanzia, Lorenzo Siciliano, «confusionario e pasticcione» per aver fatto quattro comunicazioni in 48 ore. «Questo personaggio è arrogante, pensa di utilizzare le istituzioni come se fossero circoli ricreativi, ha difficoltà a comprendere il tenore delle norme di legge. Purtroppo i componenti della commissione non avevano previsto - spiega Fedele - il doveroso intervento delle forze dell’ordine. Proprio di quest’ultimo aspetto siamo in attesa di conoscere eventuali ricadute sui presenti, poiché si prefigurerebbe quantomeno l’infrazione per assembramento non autorizzato». Anche se qui vanno inseriti i chiarimenti giunti direttamente dalla Polizia: la pattuglia del commissariato non stava piantonando alcunché ma era stata chiamata d’urgenza da qualche esponente dell’Amministrazione comunale per timore, evidentemente, di problemi di ordine pubblico e per contenere la carica dei, per la verità sempre molto educati, cinque consiglieri di minoranza. Per Rino Giuri è «Illegittimo, dittatoriale, irrispettoso delle norme democratiche che regolano la vita delle istituzioni comunali. Di cosa ha paura Mellone se si arrischia a violare le regole pur di impedire lo svolgimento della commissione? Lo preoccupa che un documento ufficiale del Comune, quale è un verbale di quella commissione, certifichi formalmente le violazioni e possa impedirgli in un futuro prossimo la possibilità di ripresentare la propria candidatura a sindaco di questa Città». Nardò Bene Comune rievoca il Ventennio: «La materializzazione dell’abuso di potere, dello sprezzo delle istituzioni, dell’offesa delle garanzie costituzionali, dell’uso personalistico della “casa di tutti”». Infine Flavio Maglio: «I Dpcm emanati per combattere la pandemia dal Coronavirus hanno favorito quanti, “ubriachi” dal potere, hanno creduto di poter agire, nella gestione della cosa pubblica, in modo autonomo e spesso autoritario. Il sindaco e i suoi gregari non possono continuare ad offendere l’intelligenza dei neretini, i quali hanno compreso bene il rischio che sta correndo la nostra comunità per l’instaurarsi di una dittatura».

La mancata seduta della commissione di vigilanza continua a tenere banco in città. L’opposizione parla di regime
Venerdì 15 Maggio 2020, 15:01