Martedì 09 Dicembre 2025 | 13:22

Lecce, le attività economiche parlano sempre più straniero: oltre 2mila le imprese di immigrati

Lecce, le attività economiche parlano sempre più straniero: oltre 2mila le imprese di immigrati

 
Andrea Aufieri

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Andrea Aufieri

Lecce, le attività economiche parlano sempre più straniero: oltre 2mila le imprese di immigrati

Il rito per l’apertura del market di Om Pawariya

I numeri fanno riferimento al commercio al dettaglio: Senegal, Pakistan e India in testa alla classifica delle nazionalità

Martedì 09 Dicembre 2025, 12:31

Vestita in abiti tradizionali in cui spicca il copricapo rosso, la sorella minore di Om Pawariya esegue la benedizione del Tilak, applicando un chicco di riso colorato di rosso sulla fronte delle persone venute all’inaugurazione del market internazionale del fratello: «È un segno di benedizione e prosperità ispirato dalla protezione della dea Chamunda», spiega.

Una piccola folla è accorsa in piazza Verdi a Lecce, per salutare Om e ricevere la benedizione. C’è anche l’assessore con delega, tra le altre, alle Politiche del lavoro, accoglienza e coesione, Andrea Guido. Originario del Rajastan, mentre fa servire samosa e altre prelibatezze tipiche, Om racconta di essere a Lecce dal 2009 e guida diverse attività commerciali, tra le quali dal 2022 anche un frequentatissimo salone da parrucchiere cui si rivolgono spesso tanti leccesi. La sala di via imperatore Adriano è elegante e studiata per attirare clienti locali con prezzi accettabili.

A fronte di diecimila immigrati residenti in città, quella di Om è una delle oltre 2.640 imprese intestate a persone straniere registrate alla Camera di Commercio al 30 settembre 2025. Sono oltre 9mila in tutta la provincia, ma da questi dati vanno escluse con buona approssimazione le attività intestate a persone nate in Svizzera, Belgio, Germania e Francia perché quasi sempre figlie di emigrati salentini: 33 a Lecce, 563 in tutta la provincia.

Un dato interessante è che il commercio al dettaglio gestito da immigrati è il settore trainante in città: 2.061 vetrine a fronte di una perdita che nel settore ha fatto registrare 253 chiusure in un decennio. Anche da questo ambito andrebbe esclusa la vendita ambulante, che si attesta intorno ai 400.

La nazione di Om, l’India, è terza sul podio delle nazionalità più rappresentate nel capoluogo salentino, con 180 negozi, e ha un impatto importante sull’economia cittadina per via degli investimenti di alcuni imprenditori come la famiglia Pawariya. A guidare questa classifica c’è il Senegal, con 660 registrazioni, seguito dal Pakistan con 203 attività. Appena fuori dal podio, con 135, c’è la Nigeria. La fotografia provinciale è rispettata nelle proporzioni, eccetto che per il Marocco, che con 593 esercizi è secondo fuori Lecce, ma in città arriva appena a 82. Un dato che racconta molto della storia sociale di Lecce, se si tiene conto che marocchino era il primo immigrato e imprenditore registrato negli anni Ottanta.

Una composizione plurale e vivace compresa e condivisa sia dall’assessore Guido che dal consigliere aggiunto del Comune di Lecce, Rakesh Manda Kumar, a sua volta titolare del centralissimo ristorante “Vesuvio”. «La recente “Giornata interculturale”, organizzata lo scorso 16 novembre, è stata realizzata dal basso con una sinergia tra le diverse comunità immigrate in città ed è la testimonianza del motore di vivacità quotidiana in una città che resta vitale in centro e non solo grazie anche alle iniziative imprenditoriali degli stranieri».

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