LECCE - Bastava un colpo di telefono per minacciare i negozianti di Trepuzzi grazie al "peso" del suo nome: così un boss della Scu si faceva consegnare a casa merce di ogni tipo senza sborsare un euro. La lunga serie di estorsioni ai danni di commercianti salentini è stata scoperta dai carabinieri della Compagnia di Campi che hanno arrestato ieri Emiliano Vergine, 43enne del posto e noto membro della Scu nord salentina.
Secondo quanto ricostruito durante l'indagine l’arrestato era solito chiedere merce o addirittura farsi portare la cena a casa, poiché agli arresti domiciliari, senza pagare nulla.
La sua caratura criminale gli consentiva, con semplici telefonate, d’ingenerare una condizione di assoggettamento negli estorti che, ben consapevoli “dell’importanza” malavitosa di Vergine, non osavano contraddirlo, assecondando e soddisfacendo ogni sua richieste: così si faceva recapitare vestiti, mobili, frutta e cena gratis a domicilio dai titolari di negozi tra Squinzano e Trepuzzi.
Come emerso dalle indagini, Vergine avrebbe talvolta inviato la moglie per effettuare gli “acquisti” dalle varie attività commerciali. Ed in qualche occasione la donna avrebbe anche “pagato” la merce con assegni poi rimasti insoluti.
Sulla scorta degli accertamenti coordinati dal pubblico ministero Carmen Ruggiero, il gip Edoardo D’Ambrosio ha disposto la custodia cautelare in carcere per Vergine, con l’accusa di estorsione continuata ed aggravata dalle modalità mafiose.
L'uomo era stato già condannato nel 2003 per associazione mafiosa e nel 2016 per traffico di stupefacenti; non dimenticando che anche il fratello Luigi è stato condannato all’ergastolo per omicidio e già condannato anni prima quale membro della sacra corona unita del nord salento.