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Lo sforzo grandioso del Maggio di Bari

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

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Così il 1° giugno 1951 «La Gazzetta» racconta la conclusione della prima grande manifestazione culturale

Mercoledì 29 Maggio 2024, 10:24

«Decine di persone affollavano ieri sera il Lungomare. Da tutte le parti della provincia, da moltissimi centri della regione, comitive numerose sono giunte per assistere al grandioso spettacolo di chiusura del «Maggio di Bari», realizzato da pochi uomini che hanno saputo unire e fondere tutte le forze vive della città nello sforzo grandioso». Così il 1° giugno 1951 «La Gazzetta del Mezzogiorno» racconta la conclusione di una grande manifestazione culturale che per la prima volta, a pochi anni dalla fine della guerra e nel pieno del processo di ricostruzione del Paese, ha animato il capoluogo pugliese. Il «Maggio di Bari» è un insieme di eventi artistici, musicali, teatrali, sportivi promosso dall’Ente provinciale del turismo. Un coreografico spettacolo pirotecnico – che da lì in poi diverrà consueto e atteso appuntamento – conclude degnamente la prima edizione. Intenso il calendario: «frutto di una geniale intuizione e di un audace disegno, ha in cima ai suoi scopi quello soprattutto di rendere omaggio alla nostra terra feconda di forze e di tradizioni, di ingegni e di realizzazioni; di richiamare qui tra noi quanta più gente italiana e straniera è possibile», scrive Oronzo Valentini all’indomani dell’inaugurazione dell’8 maggio 1951, alla presenza del Ministro Petrilli. Tra le varie iniziative il maggior successo è riscosso dalla Mostra del Pensiero economico e politico pugliese – «testimonianza preziosa e rivelatrice che la Puglia non è una zona depressa nella storia della cultura» – e dalla Mostra nazionale di pittura contemporanea, «allestita con furioso amore» nelle sale della Pinacoteca provinciale. Si tratta, nel contesto del «Maggio», dell’appuntamento più significativo: una vasta rassegna pittorica per mettere i pugliesi in contatto con le correnti più attuali dell’arte.

L’idea della Mostra scaturisce dall’ambiente culturale che gravita attorno alla Fiera del Levante e al «Sottano» di Armando Scaturchio e Rosa Di Napoli: il progetto dei giornalisti e intellettuali Vittore Fiore e Renato Prisciantelli, sostenuto dal pittore Roberto De Robertis, è ben accolto dal presidente dell’Ept Nicola Lippolis. Del comitato organizzatore fanno parte anche il senatore Luigi Russo, Oronzo Valentini, Vito Laterza e i pittori Rega e Cassano. La commissione giudicatrice, presieduta da Carlo Ludovico Ragghianti, è composta da illustri artisti, tra cui Renato Guttuso e i pugliesi Bartolini e Ciardo (qualche anno dopo ne farà parte persino Felice Casorati).

Tra le opere in concorso – più di 500 esposte – a vincere l’ambìto «Ramoscello d’oro» è Carlo Levi per il suo «Contadina lucana»: «Carlo Levi, come uno degli uomini rappresentativi del secondo Risorgimento italiano, ha il merito di aver fatto diventare il problema del Mezzogiorno, da problema storico e politico ed economico, un problema di partecipazione del sentimento non solo nazionale e sociale, ma umano, universalmente umano», si scrive sulla «Gazzetta». Il segretario del Comitato organizzatore, Vittore Fiore, dopo la premiazione, legge il brano del «Cristo si è fermato ad Eboli» in cui Levi descrive la Giulia che gli ha ispirato l’opera. «Levi, sempre sorridente, con quel suo faccione buono di bimbo cresciuto troppo presto, ne è stato vivamente commosso, una commozione sottile che si è diffusa fra tutti i presenti», commenta Valentini. Ecco le parole del pittore antifascista, che riconosce all’essere venuto in contatto con la civiltà contadina meridionale la svolta del proprio percorso artistico: «Posso dire che questo aumenta il debito di gratitudine che io personalmente ho verso il Mezzogiorno per avermi insegnato a dipingere e a scrivere». Oltre alla mostra di pittura – che avrà una tormentata ma gloriosa storia, ben ricostruita da Pietro Marino in un volume degli anni Novanta – il primo «Maggio di Bari» prevede spettacoli di lirica (vanno in scena l’Aida e il Trovatore, dirette da Pasquale La Rotella) e l’allestimento di un’inedita opera del barese Niccolò Piccinni, di cui si celebra il 151° anniversario della morte. Pilastri di ogni edizione – formalmente dureranno fino al 1968 – saranno il corteo storico di San Nicola, il Corso dei Fiori, il Festival dei Costumi e il Torneo internazionale di calcio giovanile. Grande la partecipazione della cittadinanza ai concorsi dei Balconi fioriti e delle Vetrine.

Così, si legge sulla «Gazzetta» di settantatrè anni fa: «Facciamo nostro l’invito ai negozianti perché durante il periodo del “Maggio” tengano accese le vetrine fino alle 23: Bari deve presentarsi ai visitatori come quella grande città che è e non come il grosso paese di provincia che da molte parti si vorrebbe farla credere».

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