In Puglia e Basilicata
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La Gazzetta del Mezzogiorno di un secolo fa
11 Giugno 2022
Annabella De Robertis
«Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del regno d’Albania! Ascoltate! L’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili…». Così il 10 giugno 1940 Benito Mussolini, nel diciannovesimo anno dell’era fascista, pronunciando il celeberrimo discorso dal balcone di Palazzo Venezia, dichiara guerra a Francia e Inghilterra. Il «Corriere delle Puglie», naturalmente, riporta in prima pagina la notizia che stravolgerà per sempre la storia del nostro Paese.
L’orazione è integralmente trascritta nell’articolo di fondo: il grassetto dei caratteri tipografici ricalca i passaggi più importanti, quelli che Mussolini stesso aveva enfatizzato con l’uso teatrale della voce, delle pause, del linguaggio del corpo. Da mesi il duce si interroga sull’opportunità di entrare in guerra al fianco della Germania, che nel settembre 1939 ha invaso la Polonia, dando definitivamente avvio al conflitto. Il leader fascista è ben consapevole della reale opinione degli italiani in merito alla possibilità di combattere, nonostante la propaganda insista sulle manifestazioni di entusiasmo delle folle al momento del definitivo annuncio: soprattutto, Mussolini è a conoscenza della profonda impreparazione militare del paese. Tuttavia, alla fine, decide: «Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano».
Il «Corriere delle Puglie» descrive la grande adunata nel «foro dell’impero fascista» a Roma, ma anche in Puglia moltissime persone si sono riunite per ascoltare dagli altoparlanti disposti nelle piazze. «Bari, tutta presente in piazza dell’Impero, ha unito il suo cuore vibrante al cuore della Patria in armi, che guarda con ferma certezza il suo nuovo e più grande destino sorgere radioso sull’estremo orizzonte mediterraneo. La decisione ha trovato tutti pronti, tutti i cuori saldi e sereni dell’immutabile dedizione alla Patria e al Condottiero. L’annunzio del supremo cimento è stato accolto da Bari con cosciente serenità di cuore e piena consapevolezza del sacrificio». La foto spettacolare - realizzata dallo studio Michele Ficarelli - ritrae «la folla assiepata» in quella che, a dispetto dei tragici eventi proprio lì annunciati, con orgoglio oggi chiamiamo piazza Libertà.
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