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Lotta femminile, sdegno a Roma

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Lotta femminile, sdegno a Roma

Il 15 marzo 1922 e la grande attesa per la riapertura della Camera dei deputati

Martedì 15 Marzo 2022, 12:37

BARI - Il 15 marzo 1922, grande attesa per la riapertura della Camera dei deputati. Il nuovo capo del Governo dovrà esporre le linee principali del suo programma, in particolar modo quelle che riguardano il fronte finanziario. Luigi Facta, già ministro delle Finanze e della Giustizia, chiamato a sostituire il presidente del Consiglio Bonomi il 26 febbraio 1922, è un liberale estremamente vicino a Giolitti: grandi le aspettative sul suo operato espresse sulle colonne del «Corriere delle Puglie».

AMAZZONI MODERNE - In terza pagina sul «Corriere delle Puglie» del 15 marzo 1922 è una donna a firmare l’elzeviro. L’occasione del pezzo di Bianca Paulucci nasce dal successo riscosso a Roma dal campionato di lotta femmile. La pratica, leggiamo sul «Corriere», ha destato lo stupore e, in alcuni casi, anche lo sdegno dei più conservatori. La stessa Paulucci sottolinea che, se le donne si sono ridotte a imitare gli uomini in una delle manifestazioni sportive più brutali, il motivo va cercato nelle esigenze di questi difficili tempi. Molte si sono illuse che il Primo conflitto mondiale potesse essere anche «l’avvento della donna nuova»: hanno creduto, così, di aver fatto passi in avanti, dando ascolto alle lodi e alle esplosioni di riconoscenza per essersi rese «elemento indispensabile alla resistenza e alla vittoria nazionale». Con la guerra è emersa una nuova, forte, esigenza: il lavoro femminile. Invece, dimenticando quei giorni, gli uomini sono tornati a costringerle nel vecchio ruolo, impedendo che il loro lavoro venisse affiancato, con pari dignità, a quello dell’uomo e ugualmente valutato. Ecco il motivo per cui tante donne, di diversa nazionalità, si sono trasformate in amazzoni: «se la vita è lotta, bisogna d’urgenza rafforzare i propri pugni e irrobustire i muscoli delle braccia e magari delle gambe per farsi strada!», conclude amara la Paulucci.


FASCISTI E... QUARESIMATI - Ancora notizie di disordini a Taranto: negli ultimi giorni, gruppi di fascisti si aggirano, non armati certo di buone intenzioni, nei pressi delle chiese della città per accertarsi che, nelle consuete prediche quaresimali, i sacerdoti non si lascino andare ad «allusioni antipatriottiche». E così, spaventato da tal genere di minacce – nei mesi seguenti sempre più frequenti in tutto il Paese in una crescente escalation di violenze– qualche prete tarantino «trovò modo di rivelarsi oltreché sacerdote, anche patriota!».

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