Innovazione ‘verde’ e digitale, risanamento del territorio e rigenerazione urbana, economia della ‘conoscenza’ e centralità del Mezzogiorno: sono queste le priorità che l’Italia intende perseguire per una nuova fase di crescita industriale ed economica. Gli stessi obiettivi sono inseriti nella proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con cui l’Italia si accinge a programmare la gestione di risorse ingenti derivanti dal Next Generation EU. Lo sviluppo del Meridione si conferma centrale per una ripresa strutturale, sostenibile e durevole dell’economia italiana e ciò appare evidente se si considera la storica e stretta interdipendenza tra imprese nei territori, da Nord a Sud. Purtuttavia, per rilanciare un territorio è necessario conoscerlo: occorre in tal senso uno sforzo comune che rafforzi la vocazione settoriale del territorio – il riferimento è ai settori dell’automotive, dell’aerospazio, dell’abbigliamento-moda, dell’agroalimentare e del farmaceutico – al fine di aumentare il numero di imprese, favorendo nuovi investimenti, la crescita dimensionale delle imprese esistenti e operazioni di M&A. A tal fine, nell’ultimo quinquennio il legislatore italiano ha previsto specifiche misure promozionali rivolte all’Industria del Mezzogiorno d’Italia, potenziate, da ultimo, dalla legge di bilancio 2021.
Più nel dettaglio, le principali agevolazioni fiscali progettate per sostenere investimenti, innovazione, ricerca e sviluppo nelle regioni del Sud Italia sono le seguenti: (a) il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, istituito dall’art. 1, commi 98-108, L. n. 298 del 2015, prorogato dalla legge di bilancio 2021 sino al 31 dicembre 2022; (b) il credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, inclusi i progetti in materia di COVID-19, inerenti a strutture produttive che si trovano nelle regioni del Mezzogiorno, prorogato anch’esso fino al 2022; (c) il bonus ‘resto al Sud’, di cui all’art. 1, D.L. n. 91 del 2017, ideato per sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali o libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno: si precisa che il comma 170 della legge di bilancio 2021 ha elevato da 45 a 55 anni l’età massima per accedere alla misura agevolativa; (d) il fondo per la costituzione di ‘ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno’, linea d’intervento contenuta nella legge di bilancio 2021 che ha stanziato 50 milioni di euro per ciascun anno dal 2021 al 2023 al fine di favorire gli obiettivi di sviluppo e coesione nelle regioni del Sud.
In particolare, un ecosistema dell’innovazione può essere realizzato tramite la costituzione o riqualificazione di infrastrutture materiali e immateriali utili allo svolgimento di attività di formazione, ricerca e creazione d’impresa, in collaborazione con Università, centri di ricerca, imprese, amministrazioni pubbliche ed enti del terzo settore; (e) il fondo ‘cresci al Sud’, istituito con la legge di bilancio 2020 al precipuo scopo di sostenere la crescita dimensionale e la competitività delle PMI del Mezzogiorno, effettuando operazioni di investimento diretto, acquisendo prevalentemente quote di minoranza relativa nel capitale di rischio di Piccole e Medie Imprese.
La natura eterogenea degli istituti promozionali citati non ci consente, in questa sede, una completa analisi di tutte le misure: d’altra parte, considerata la recente tendenza del Governo italiano a spostare l’asse della strategia agevolativa verso i crediti d’imposta, conviene tratteggiare, sia pure succintamente, gli elementi qualificanti delle discipline agevolative in questione, specificando le novità introdotte dalla legge di bilancio 2021. Per ciò che attiene il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno (sub a), l’incentivo è concesso ai soggetti titolari di reddito d’impresa che effettuano investimenti in determinati beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo. Gli investimenti ammessi hanno ad oggetto macchinari, impianti e attrezzature varie, strumentali rispetto all’attività esercitata dall’impresa beneficiaria, caratterizzati da un uso durevole ed atti ad essere impiegati come strumenti di produzione all’interno del processo produttivo dell’impresa. L’incentivo fiscale è riferito ad investimenti considerati iniziali, limitazione che, purtuttavia, non depotenzia in alcun modo il bonus in parola, stante la possibilità di cumulo dell’agevolazione con altri aiuti che insistano sugli stessi costi - tra questi si rammenta il credito d’imposta per beni strumentali nuovi -, a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto per l’investimento.
Per usufruire dell’agevolazione i soggetti interessati devono presentare telematicamente l’apposito modello di comunicazione, aggiornato con Provvedimento del 9 marzo 2021 del Direttore dell’agenzia delle Entrate; dal 31 marzo 2021 la trasmissione telematica del modello di comunicazione è effettuata utilizzando la versione aggiornata del software relativo al credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, denominato “Creditoinvestimentisud” (CIM17), disponibile gratuitamente sul sito internet www.agenziaentrate.it. Il credito spettante è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite mod. F24, a decorrere dal periodo di imposta l’investimento è stato effettuato, con la possibilità di elidere debiti sia di natura fiscale che previdenziale.
Diversamente, il bonus R&S per il Mezzogiorno (sub b), come anticipato in premessa, è riconosciuto ai contribuenti che investono in attività di ricerca e sviluppo in strutture ubicate nelle regioni del Sud, anche al fine di agevolare l’attività di ricerca in ambito COVID-19. Il credito d’imposta, anch’esso utilizzabile esclusivamente in compensazione, è cumulabile con altre agevolazioni aventi ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto. La legge di bilancio 2021 ha previsto la maggiorazione della percentuale di spettanza del credito, elevata al 25% per le grandi imprese, al 35% per le medie imprese e al 45% per le piccole imprese (le stesse percentuali sono altresì previste per il bonus Mezzogiorno).
*Dottoranda di ricerca in Diritto tributario presso l’Università degli studi di Bari Aldo Moro