BARI - Decisiva, no. Cruciale, sì. La trasferta di oggi pomeriggio a Palermo (fischio d’inizio alle 15) funge da snodo nel cammino del Bari verso la gloria. Attardata in classifica, la squadra di Auteri vincendo in Sicilia riuscirebbe ad accorciare sensibilmente il divario dalla prima della classe, quella Ternana che nell’ultimo turno di campionato si è fatta fermare in casa dalla Turris dopo un incredibile filotto di vittorie e che al momento vanta sette lunghezze di vantaggio sui pugliesi. Gli umbri, infatti, oggi osserveranno il turno di riposo e, dunque, non potranno migliorare la propria situazione sul piano numerico.
Il Bari arriva a questo appuntamento, abbastanza fascinoso vista la «nobiltà» calcistica delle contendenti, nelle condizioni ideali. Le vittorie contro Catanzaro e Paganese, poi il beffardo pareggio al «San Nicola» contro una Vibonese dominata per un’ora e, infine, la larga e convincente affermazione di domenica contro l’Avellino, squadra partita con l’obiettivo di dare fastidio alle prime della classe. Il morale è abbastanza alto in casa biancorossa. Tutti conoscono bene l’importanza di questa sfida, soprattutto per i risvolti che potrebbe provocare nel prosieguo della stagione. La Ternana è un antagonista serio e credibile ma certo non è un’entità perfetta. Anche gli umbri hanno le loro debolezze e la psicologia può diventare un fattore determinante. Sentire il fiato addosso di un avversario come il Bari potrebbe creare qualche disagio sul piano mentale.
Oggi il Bari parte con i favori del pronostico. Il Palermo è una squadra con buoni valori ma, come organico in qualità e profondità della rosa, è almeno un gradino sotto ai biancorossi. Questo non vuol dire che sarà una passeggiata, anzi. In C è difficile giocare divertendosi, anche per le corazzate. Questo è un campionato dove corsa, concentrazione e cattiveria sono molto più determinanti del fattore tecnico. Ecco perché è importante che il Bari non fallisca l’approccio in questa trasferta in terra siciliana. Troppe volte in questa stagione la squadra di Auteri ha fallito l’uscita dai blocchi di partenza. L’ultima volta proprio contro l’Avellino, che poi nel momento in cui sembrava poter colpire si è «suicidato» con due-tre papere difensive, ben oltre i meriti baresi nella capacità di essere aggressivi sui portatori di palla. Ripetersi potrebbe essere pericoloso e, data l’importanza della posta in palio, costituire un freno al tentativo di scalata verso la vetta della classifica.
Auteri recupera qualche pedina importante. Ma, mai come stavolta, non conta chi avrà la fortuna di indossare una maglia da titolare. Conterà l’atteggiamento, non il nome. E la «fame», la voglia di mettersi alla prova, il desiderio di dare una piccola grande svolta alla stagione. Non è più tempo di occasioni perse. Ma di fare il Bari a trecentosessanta gradi.