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Anche il Bari si prepara alla dieta degli stipendi

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Anche il Bari si prepara alla dieta degli stipendi

Il 3 aprile videoconferenza tra i club per varare nuove misure

Martedì 31 Marzo 2020, 11:55

Sono giorni di riflessioni per i club di calcio. Per provare ad immaginare una ripresa dell’attività, se l’emergenza sanitaria causata dall’epidemia da coronavirus concederà l’opportunità di ripartire. Ma soprattutto per immaginare modelli sostenibili di conduzione dei club. Il prossimo tre aprile sarà una data fondamentale, quantomeno in serie C e di conseguenza per il Bari. Perché in conference call i club si ritroveranno per provare ad ipotizzare scenari plausibili di conclusione di un torneo che, tra regular season e playoff, mette sul piatto ben 18 turni. Che arrivano a 22 per le compagini già colpite da precedenti rinvii. C’è il rischio di portare l’attività a luglio inoltrato. Ed in tal senso, il club biancorosso sarebbe tra quelli decisamente favorevoli alla conclusione della stagione 2019-20 secondo il regolamento vigente.

E se da un lato l’estensione dei contratti rappresenta una problematica, dall’altro sta tenendo banco anche l’adeguamento degli stipendi, con eventuali decurtazioni dovute alla lunga inattività. Sarà anche questo uno dei punti all’ordine del giorno nella riunione di venerdì. In tal senso, la strategia del Bari di certo riprodurrà, sebbene in più piccolo data la categoria e la portata degli emolumenti, il modello che la famiglia De Laurentiis adotterà per il Napoli. Ci sono varie opportunità al vaglio. E si cercherà un modello che possa essere accettato di buon grado dai tesserati, senza rendere indispensabile la mediazione dell’Associazione italiana calciatori. Possibile che si pensi ad una riduzione proporzionale e forfettaria delle spettanze, ragionando mese per mese con il calcolo dei giorni di lavoro persi.

Un taglio che non è detto si recuperi necessariamente nelle prossime stagioni (come si è ipotizzato per alcuni club di A), ma già nei mesi estivi, qualora fossero necessari per completare il campionato. A questa idea si lega un’altra possibile soluzione. Ovvero, quella di cominciare a scalare dei giorni di ferie fin da aprile, mese nel quale per ovvi motivi non si potrà giocare. In tal modo, si potrebbe risolvere almeno in parte il problema di terminare la stagione più tardi (a luglio) e ricominciarne un’altra a stretto giro (tra fine agosto e inizio settembre).
Si tratta, con tutta evidenza, di riflessioni che andranno approfondite e verificate. Di misure eccezionali da adottare in un contesto che, per ragioni di forza maggiore, ha perso ogni sua consuetudine. Tuttavia, il lavoro è impostato affinchè sia comunque il campo a giudicare l’esito dei campionati rispettandone contenuti e norme. Questo è l’intendimento al quale tende la proprietà biancorossa. Che nel vociare collettivo (tra chi parla di disputare solo i play off, chi di privilegiare la media punti, chi addirittura di sorteggio per determinare la quarta promozione in B) ha evitato di aggiungere benzina sul fuoco. Ma c’è un dato incontrovertibile che l’universo della C dovrà pur considerare: se davvero si dovesse arrivare allo stop dei tornei, il Bari è pur sempre la migliore seconda dei tre gironi e quindi la squadra sulla carta più accreditata a chiede il salto di categoria,

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