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Di Nunno sogna di incontrare
il Bari nella finale scudetto serie D

 
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Di Nunno sogna di incontrareil Bari nella finale scudetto serie D

L'imprenditore originario di Canosa ha portato il Lecco in serie C

Giovedì 04 Aprile 2019, 15:06

Ha sognato il Bari, ma ora ha trionfato con il Lecco. Il presidente della prima squadra a tagliare il traguardo della promozione in serie C è un barese. Già, perché Paolo Di Nunno, imprenditore nel settore dell’elettronica (è il fondatore dell’Elettronica Video Games con sede a Cormano) è originario di Canosa di Puglia, sebbene ormai da circa cinquant’anni è trapiantato nel milanese. Figurava anche la sua manifestazione di interesse tra le undici pervenute ad Antonio Decaro lo scorso 31 luglio, quando il sindaco Decaro insignì la famiglia De Laurentiis del nuovo corso biancorosso, per rinascere dal fallimento. Così, Di Nunno è ripartito con il suo Lecco: ha costruito una corazzata che ha dominato il girone A ed è sbarcata in Lega Pro con ben cinque turni d’anticipo. Tra un paio di mesi, la sua strada potrebbe incrociarsi proprio con quella dei galletti, se entrambe le compagini approderanno alle finali scudetto. Sebbene da lontano, Di Nunno ha seguito ogni vicenda della squadra di Giovanni Cornacchini. Così, racconta il suo rapporto con Bari e i retroscena di un sogno rimasto nel cassetto. Paolo Di Nunno, è il primo in stagione ad aver abbandonato il mondo dei dilettanti: «La promozione è il frutto di un lavoro nato nell’estate 2017, quando fui l’unico a presentare un’offerta per rilevare il Calcio Lecco all’asta fallimentare. La scorsa stagione siamo arrivati settimi. Tuttavia, mantenendo il meglio dell’organico, sono bastati tre-quattro innesti di qualità per centrare l’obiettivo. E nella squadra c’è un tocco della mia Puglia: il nostro capocannoniere, Simone D’Anna, è nato a San Pietro Vernotico e proviene dalla Team Altamura. Ha segnato dodici reti pur essendo un esterno, proprio come Floriano. È una delle tante similitudini con il Bari: anche noi abbiamo puntato su una squadra che mandasse in gol tanti elementi, non sul bomber scelto per antonomasia. Per il futuro, vorrei proseguire la scalata, ma ho bisogno di altri investitori pronti ad affiancarmi. Bari è una realtà in grado di generare reddito, ma Lecco è una città di 35mila abitanti e per fare calcio professionistico servono risorse adeguate».
Perché ha pensato di rilevare il Bari la scorsa estate?
 «Bari mi ha salvato la vita: da giovane ebbi un grave incidente sul lavoro che mi causò una cancrena all’ultimo stadio ad una gamba. Fui trasferito nel capoluogo in coma e i medici riuscirono a guarirmi. Ero ricoverato proprio nei pressi dello stadio Della Vittoria: nel progetto presentato al sindaco Decaro lo avevo indicato come impianto di riferimento sia per una ragione sentimentale, sia perché sarebbe stato perfetto nell’equilibrio tra costi e presenza di pubblico».
 Su quali altre basi fondava il suo programma?
«Bari è una città metropolitana, con potenzialità infinite. Basti solo pensare al bacino d’utenza da cui può pescare il settore giovanile. Un’attività capillare sui giovani sarebbe stata una priorità. Insieme ad una squadra in grado di centrare subito la promozione. I De Laurentiis, tuttavia, hanno allestito una macchina perfetta: se noi siamo stati la prima formazione promossa, il Bari sarà senz’altro la seconda».
Come valuta l’iniziativa della famiglia De Laurentiis?
 «Sono imprenditori illuminati. Il patrimonio di passione barese è un terreno per certi versi ancora inesplorato. Il Bari ha avuto la sfortuna di imbattersi nella scellerata amministrazione dell’ultimo biennio, con una gestione lungimirante, adesso sarebbe tranquillamente in serie A. I De Laurentiis si sono presentati dichiarando il massimo campionato come traguardo imprescindibile. Ebbene, possiedono risorse e competenze per essere inarrestabili. L’unico limite viene dal regolamento: spero che in tal senso, si trovi una soluzione. Bari deve poter ambire al meglio».
 Intanto, potrebbe trovarsi con il suo Lecco a contendere lo scudetto ai biancorossi: che effetto fa?
«Mi piacerebbe provare la sensazione di un confronto del genere, magari in finale. Bari avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, ma ho sentito dire a Luigi De Laurentiis che non vuole tralasciare alcun obiettivo: beh, per me vale lo stesso».

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