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Tra diplomatiche bugie
e mancate verità

 
redazione online

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Tra diplomatiche bugiee mancate verità

L'asse con il Napoli e l'autonomia da difendere a tutti i costi

Giovedì 28 Marzo 2019, 19:07

Quando mancano sei giornate alla fine del campionato con undici punti di vantaggio sulla seconda in classifica nessuno, crediamo, ha più dubbi sulla promozione del Bari in serie C. È solo questione di tempo, anche a Torre del Greco ormai pensano ad altro. La nuova società della famiglia De Laurentiis, cui il sindaco Antonio Decaro ha ceduto ad agosto il titolo sportivo della serie D, ha centrato il primo obiettivo nel migliore dei modi riportando la squadra dopo un solo anno tra i professionisti. L’ultima volta in cui il presidente Luigi De Laurentiis ha avuto modo di rilasciare pubbliche dichiarazioni, ha fatto sapere di voler attendere la promozione matematica prima di iniziare a programmare il futuro. Se non si tratta di una diplomatica bugia, si tratta di una mancata verità, perché sarebbe davvero assurdo non sfruttare il vantaggio di conoscere il proprio destino con tanto anticipo per dare l’avvio al nuovo corso fra i professionisti. Sarebbe assurdo soprattutto per una società che paradossalmente ha vissuto l’esatto contrario dovendo costruire tutto in fretta e furia per le note vicende. La differenza fra la serie D e la serie C è la stessa che intercorre fra la serie B e la serie A, cioè tantissima. Su questo sono concordi tutti gli addetti ai lavori. Siccome siamo convinti che l’obiettivo dei De Laurentiis è quello di puntare immediatamente alla conquista della serie B, pensiamo che, al contrario di ciò che si dice pubblicamente, nel massimo riserbo, si stia cominciando a gettare le basi per il futuro. Il primo passo, fondamentale, è quello di garantire al Bari un direttore sportivo che si occupi a tempo pieno delle vicende tecniche. Non è un mistero che sinora ogni decisione è stata presa da Cristiano Giuntoli, persona di fiducia di Aurelio De Laurentiis che non a caso gli ha rinnovato il contratto per altri cinque anni. Procuratori, direttori sportivi e addetti ai lavori sanno che per quel che riguarda il Bari bisogna parlare con Giuntoli o uno dei suoi collaboratori.

Sarebbe, peraltro, il vero segnale di quell’autonomia del Bari rispetto al Napoli promessa da Aurelio De Laurentiis già nella sua prima conferenza stampa al Comune di Bari. Che ci possa e debba essere osmosi fra Bari e Napoli è fuor di dubbio, anzi sarebbe autolesionistico non approfittare della medesima proprietà per creare sinergie utili ad entrambi i club, ma il Bari ha bisogno come il pane di un direttore sportivo che si occupi a tempo pieno della squadra e dei rapporti con i media. In questi nove mesi abbiamo apprezzato molte cose della nuova società, non solo sotto l’aspetto squisitamente tecnico e dei risultati. Abbiamo apprezzato, per esempio, proprio nelle ultime ore la gestione della squalifica di Simone Simeri, l’attaccante espulso domenica scorsa a Palmi per reiterate proteste nei confronti dell’arbitro. Sappiamo che Simeri sarà multato per questo suo comportamento che fra l’altro ha messo a rischio il punto che la squadra stava meritatamente conquistando in Calabria. È il segnale giusto per far capire a tutti che il Bari esige professionalità a 360 gradi a fronte della quale paga puntualmente gli stipendi. Sappiamo che è stato proprio papà De Laurentiis ad andare su tutte le furie domenica pomeriggio dopo aver appreso il fatto ed a chiedere il massimo rigore sull’episodio. Intanto si accettano scommesse: quale sarà la squadra avversaria che assisterà alla promozione del Bari in serie C?

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