Marcia indietro della Gda srl, la società riconducibile alla famiglia Amato di Molfetta che il 21 maggio scorso ha depositato la richiesta di registrazione del marchio «La Gazzetta del Mezzogiorno» all'European trade mark and design network. Ci scrive per conto della società l'avvocato Francesco Logrieco. «Lungi dal costituire un’operazione definita arbitrariamente di sciacallaggio», chiarisce subito il legale. Dunque perché questa istanza, fatta all'insaputa dei giornalisti e dei lavoratori della Gazzetta? Secondo il legale si tratta di «una iniziativa a tutela del marchio, che nessuno aveva pensato di registrare nei 120 anni di attività della storica testata, affinché possa restare patrimonio della cultura editoriale pugliese, nella consapevolezza che terzi potessero appropriarsene per quelle finalità denunciate dal CdR, che, si ripete, sono assolutamente estranee alla mia rappresentata». Non si tratta di una «goliardata», questa volta, ma di un aiuto, almeno così fa capire l'avvocato Logrieco.
Difatti, per il suo tramite, la Gda srl «si dichiara disponibile a porre in essere gli atti giuridici ritenuti opportuni dall’Ufficio fallimentare per la cessione gratuita del marchio a favore dello stesso, e precisa che non formulerà alcuna osservazione alla eventuale opposizione alla registrazione del marchio, se proveniente dallo stesso Ufficio fallimentare o dalla neo costituita Cooperativa “Gazzetta”, alla quale formula gli auguri per un importante successo editoriale».
Non può che farci piacere questo atto della società molfettese che annuncia la volontà di cedere gratuitamente il marchio agli unici soggetti titolati a detenerlo.
Non può che fare piacere che gruppi imprenditoriali dimostrino così tanto interesse per le sorti del giornale di Puglia e Basilicata, ma ricordiamo che il modo più semplice per sostenere la Gazzetta è acquistare il giornale in edicola o online e promuovere le proprie aziende tramite le inserzioni sulle nostre pagine. In questa stagione così delicata, con la nostra attività che procede ormai sotto l'ombrello della curatela fallimentare, e i nostri sacrifici per continuare a informare in maniera puntuale i lettori, non permetteremo a nessuno di sottrarci l'eredità morale e culturale di una testata dalla storia secolare. Una storia che vogliamo continuare a difendere e a perpetuare.