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Fca, a Melfi gli operai bionici: un robot aiuta a sollevare i pesi

Fca, a Melfi gli operai bionici: un robot aiuta a sollevare i pesi

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Fca, a Melfi gli operai bionici: un robot aiuta a sollevare i pesi

Si tratta di un «esoscheletro passivo con attuatore potenziato», una struttura in forma non antropomorfica che aiuta a sollevare fino a 15 chilogrammi. Malumori dall'Unione sindacale di base.

Venerdì 06 Aprile 2018, 13:09

Francesco Russo

MELFI - Indossano un «esoscheletro passivo con attuatore potenziato», una struttura in forma non antropomorfica che aiuta a sollevare pesi fino a 15 chilogrammi. E per ora sono poco più di una decina di operai. Ma la decisione della Fiat Chrysler Automobiles - che nello stabilimento Sata di Melfi (Potenza) ha avviato la sperimentazione di un progetto che punta «al miglioramento tecnologico nel final assembly» - sta creando qualche malumore, tanto che c’è chi parla di «operai robotizzati».
L’Unione sindacale di base e il consigliere regionale del M5s, Gianni Leggieri ad esempio ritengono «inaccettabile l’idea tanto invasiva per cui un lavoratore pur di sopportare i carichi di una postazione evidentemente insostenibile debba indossare una sorta di robot». «Le innovazioni tecnologiche - insiste Leggieri - devono portare ad una migliore condizione lavorativa, sociale e psicofisica. Utilizzare strumentazioni solo allo scopo di generare più profitti è lesivo nei confronti delle lavoratici e dei lavoratori».

Ma c’è chi accoglie con favore, tra i sindacati, la novità dell’esoscheletro, che si basa sulla interazione fra uomo e robot. «L’esoscheletro - dice Marco Lomio, segretario regionale della Uilm - è stato fornito in dotazione soltanto a poche unità, nelle postazioni più critiche dello stabilimento. Il dispositivo rende il lavoro meno pesante, accompagna i muscoli in determinati movimenti. Per ora si tratta di uno strumento molto costoso e sperimentato in via eccezionale fra pochi operai. Bisognerebbe estenderlo, a mio avviso, ad un numero maggiore di lavoratori». «Non bisogna avere paura delle innovazioni tecnologiche», evidenzia il segretario lucano della Fim-Cisl, Gerardo Evangelista. E Roberto D’Andrea, segretario regionale Fiom: «La nostra non è una posizione di netta contrarietà, ma l’azienda avrebbe dovuto prima contrattare con i lavoratori l’avvio della sperimentazione».

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