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Foggia, giostra delle polemiche per le nomine all’Amiu

 
Redazione Foggia

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Foggia, giostra delle polemiche per le nomine all’Amiu

Alta tensione intorno alle nomine fatte dalla sindaca Episcopo nel consiglio d’amministrazione della società di proprietà dei Comuni di Bari (80%) e Foggia (20%) che si occupa della raccolta dei rifiuti

Sabato 17 Agosto 2024, 10:52

FOGGIA - Alta tensione intorno alle nomine fatte dalla sindaca Episcopo nel consiglio d’amministrazione di Amiu Puglia, la società di proprietà dei Comuni di ari (80%) e Foggia (20%) che si occupa della raccolta dei rifiuti. La sindaca ha designato Colomba Mongiello (in quota Pd) e Fabrizio Baia (indicazione M5S) quali componenti dell’organo amministrativo di Amiu Puglia, in rappresentanza del Comune di Foggia. L’ex parlamentare Colomba Mongiello in passato ha guidato l’Amica, prima del fallimento. I nuovi membri sostituiscono Raphael Rossi e Adelina Di Pietro, che hanno rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione lo scorso 8 agosto.

Nomine che hanno scatenato la polemiza da parte dell’associazione Panunzio di Foggia che - senza fare riferimenti precisi alle persone anche se l’allusione è appunto all’ex presidente di Amica - ricorda «l’assunzione in Amica S.p.A. del figlio di un noto esponente della mafia foggiana, il quale, secondo la segnalazione di un solerte funzionario (a cui va tutto il nostro tributo), era stato contrattualizzato senza alcun merito particolare e poi assunto nonostante le continue assenze dal posto di lavoro già nel periodo di prova.» «Proprio la segnalazione del funzionario di Amica S.p.A. consentì di far emergere questa triste pagina foggiana, con esisti giudiziari per le minacce subìte dal funzionario. Ebbene, l’allora Presidente e i vertici di Amica S.p.A. non hanno avuto alcuna responsabilità penale, civile, amministrativa o d’altra natura in questa vicenda e la nostra Associazione ha rispetto per il percorso istituzionale (anche quale parlamentare) dell’ex Presidente». L’associazione Panunzio pone tuttavia una questione di merito politico: «È chiaro, infatti, che all’epoca qualcosa non funzionò nella governance della società partecipata, fin nei suoi livelli più alti, e per tale motivo fu possibile giungere a quella siffatta assunzione, rispetto alla quale è ancora oggi necessario leggere gli atti giudiziari che la riguardarono, davvero illuminanti e di monito per il nostro futuro».

La stessa associazione “Panunzio” presieduta da Dimitri Lioi chiede all’amministrazione e quindi alla sindaca Episcopo «quali sono, oggi, i concreti e misurabili criteri di governance che possono esprimere le persone designate dal Comune di Foggia per le società partecipate, affinché questo triste passato non si ripeta più e affinché si possa essere liberi una volta per tutte dalle infiltrazioni mafiose nelle predette società? Lo chiediamo alla Sindaca, alla sua Giunta, ai componenti dell’attuale maggioranza del Comune di Foggia, anche alle opposizioni e agli stessi soggetti che sono stati nominati nei posti direttivi.»

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