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Sovraffollamento e scarsa igiene: «Il carcere di Lucera va chiuso»

 
Redazione Foggia

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Sovraffollamento e scarsa igiene: «Il carcere di Lucera va chiuso»

Lettera aperta inviata da un gruppo di professionisti al governatore Emiliano e al sindaco del comune foggiano

Giovedì 20 Aprile 2023, 09:45

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta firmata da Maurizio Portaluri (medico di Brindisi), Vito Totire (medico di Bologna), Michele Lospalluto (infermiere di Altamura), Riccardo Ierna (psicologo di Latiano) e Gino Stasi (educatore di Mesagne) e indirizzata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e al sindaco di Lucera, Giuseppe Pitta, avente per oggetto la chiusura del carcere di Lucera.

Ancora una volta dobbiamo attirare l’ attenzione della opinione pubblica democratica e delle istituzioni su un carcere pugliese.

L’occasione ci è data dalla intervista rilasciata a Radio Carcere da un ex-detenuto nel suddetto istituto.

Il Sindaco di Lucera e il presidente della Regione Puglia hanno facoltà di sintonizzarsi sulle trasmissioni future onde evitare di essere informati da noi di quel che accade nella loro città e regione.

Oltre le frequenti denunce che abbiamo fatto sulle carceri pugliesi, prendendo spunto anche da luttuosi fatti di cronaca, abbiamo tentato di raccogliere informazioni attraverso altri canali (per esempio chiedendo di acquisire i riscontri delle visite che le Asl devono fare ogni sei mesi negli istituti di pena), ma non abbiamo mai ricevuto risposta e quindi Radio carcere rimane, per noi, la fonte di informazioni più esaustiva.

Nonostante queste difficoltà non ci siamo limitati alla denuncia, che abbiamo comunque fatto recentemente anche per il Cpr di Palese, senza registrare - pure in questo caso - nessun cenno di attenzione istituzionale.

Anzi, alle reiterate e circostanziate denunce sui Cpr le istituzioni statali paiono orientate a rispondere, oltre che col “silenzio” anche col raddoppio questi luoghi di detenzione e di abuso fino al limite della tortura.

Non abbiamo solo protestato, abbiamo anche fatto proposte in positivo come quella di “chiudere” il carcere di Brindisi e istituire/collocare un nuovo “Istituto per la risocializzazione” nella ex Base Nato di S.Vito dei Normanni: una proposta innovativa che potrebbe concretizzare una modalità di gestione della privazione della libertà finalmente coerente con i principi costituzionali.

Anche in questa circostanza le “risposte” delle istituzioni si sono sempre limitate a un fragoroso silenzio.

Torniamo al carcere di Lucera: le condizioni attuali esigono una dichiarazione di inagibilità igienico-sanitaria ed edilizia e un provvedimento dunque di chiusura immediata; ogni struttura recettiva nello stato che è stato descritto sarebbe destinataria di un provvedimento di chiusura per iniziativa di concerto tra Asl e Sindaco in veste di autorità sanitaria locale.

Lle carenze sociosanitarie riferite sono intollerabili in una società civile: precarietà delle condizioni igieniche, sovraffollamento (150 persone recluse), carenze socio-assistenziali (soli tre educatori…): chiediamo dunque la dichiarazione di inagibilità e intanto chiediamo di acquisire copia del rapporto delle visite relative al primo e secondo semestre 2022 al fine di confrontare i riscontri della Asl con i contenuti della intervista rilasciata a Radio Carcere.

Quali invece le prospettive future per Lucera: ristrutturare? Riconvertire ad altre destinazioni d’uso, previa bonifica?

La questione è aperta, quello che non è tollerabile è la eventuale procrastinazione dello status quo.

In mancanza di segnali istituzionali dobbiamo chiedere alle persone recluse di ponderare la proposta di inviare una segnalazione alla Corte europea dei diritti dell’uomo al fine di propiziare il superamento delle attuali disumane condizioni.

Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà a respingere ogni tendenza alla rimozione ed alla assuefazione alle ingiustizie.

Superare le condizioni attuali del carcere non è soltanto una questione umanitaria che riguarda le persone recluse, ma è nell’interesse di tutta la comunità in quanto una gestione degli istituti coerente con la Costituzione è la migliore premessa per la prevenzione della recidiva e per l’incremento di livelli adeguati di coesione sociale, a vantaggio di tutti.

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